Due passi nel cuore ‘magico’ di Napoli: San Gregorio Armeno

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Napoli è una città magica, fatta di misteri, superstizioni e miracoli. L’altro giorno ho deciso di fare due passi in una delle strade che, a mio avviso, sintetizzano al meglio l’anima napoletana: San Gregorio Armeno. Strada celebre sopratutto per i suoi Presepi. La tradizione presepiale di San Gregorio Armeno ha un’origine remota: nella strada in epoca classica esisteva un tempio dedicato a Cerere, alla quale i cittadini offrivano come ex voto delle piccole statuine di terracotta, fabbricate nelle botteghe vicine. La nascita del presepe napoletano, invece, risale alla fine del 700. Se si volessero vedere tutte le miniature e i dettagli di questi capolavori dell’artigianato locale ci vorrebbero giorni. Da non dimenticare che domenica prossima sabato 10 novembre, alle ore 17 in Piazza San Gaetano il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, darà il segnale per l’accensione, in Via San Gregorio Armeno, delle meravigliose luminarie ‘Luci d’artista’ offerte dal Comune di Salerno nell’ambito di uno scambio culturale con l’Associazione Corpo di Napoli Onlus’. Chi passeggia per questo pittoresco ‘vico’ noterà che oltre ai presepi e ai relativi pastori, abbondano corni e cornicelli di ogni tipo e misura. Il corno portafortuna è, senza dubbio, il più diffuso amuleto italiano. Le sue origini sono antichissime e risalgono addirittura ai tempi del Neolitico (3500 A.C.), quando gli abitanti delle capanne usavano apporre fuori dall’uscio un corno come auspicio di fertilità. Per adempiere alla sua funzione di portafortuna, il Corno deve essere Rosso perché associato al peperoncino che rappresenta la “malalingua”, deve essere in terracotta (ricordarsi prima di conservarlo nel portafogli di spezzare la punta), rituort (storto) e deve essere regalato pungendo con la sua punta il palmo della mano sinistra della persona a cui lo si regala. Per gli scettici voglio ricordare le parole di Eduardo De Filippo “non è vero ma ci credo”, quindi meglio pronunciare qualche scongiuro: “Uocchio, malocchio, frutticielle a ll’uocchio, prutusino e ffenucchio“!

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