Locanda Severino, una perla nella Valle di Diano (Caggiano)

Non avevo mai incontrato una poesia che calzasse a pennello per un luogo visitato, ma deambulando per le stradine di Caggiano mi è venuta subito in mente una poesia del Carducci:

SAN MARTINO

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

  Gira su’ ceppi accesi
                               lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

                              tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

                            ….

E proprio tra “l’aspro odor de i vini” che ci incamminiamo per le stradine del borgo medievale di Caggiano. Paese collocato sull’Appenino lucano,  il territorio entrò a far parte dei domini romani dopo le tre guerre sannitiche (343 – 290 a.C.). Intorno al castello si sviluppò quindi un piccolo borgo, primo nucleo dell’attuale abitato, con alcune dimore ed altri edifici che ben presto ottenne il titolo di università feudale. Nel XII sec. i Templari vi eressero una mansio, mentre l’ordine degli Ospitalieri gestiva l’ospedale dedicato a San Giovanni.

Per chi volesse approfondire: LA STORIA

In questo splendido borgo, scoperto per caso su Tripadvisor, ho soggiornato alla Locanda Severino.

La struttura di ottimo gusto estetico e attenta a non alterare l’antica struttura del Palazzo Cafaro è un ottimo esempio di ristrutturazione coscienziosa. Il palazzo fu acquistato dalla famiglia Cafaro nella seconda metà dell’Ottocento e successivamente ereditato dai fratelli Nicola Maria Severino e Giuseppe Maria, entrambi falegnami.

Nella sala colazione hanno lasciato intatte alcune parti di parete in pietra e il tavolo del buffet è l’antico tavolo da lavoro del falegname.

La colazione poi è un vero paradiso per il palato con torte e biscotti fatti a mano dallo chef Lombardo.

Le camere, dotate di tutti i confort [asciugacapelli, cassaforte, minibar, tv e collegamento a internet (scarso)], hanno il nome di un colore che richiama un particolare dell’arredamento.

Io ho alloggiato nella camera bianca che si affaccia su un suggestivo vicolo del borgo. Anche il bagno era spazioso, luminoso e con tutti i confort necessari.

Il vero punto di forza della Locanda è la cucina dello chef. Tutti i piatti sono cucinati con prodotti a km zero e confezionati con raffinate decorazioni dello chef, guadagnando una stella Michelin.

Come ci tengono a precisare sul sito della Locanda,  i formaggi provengono da un piccolo produttore di San Paolo Albanese,  e sono prodotti con latte di pecore che  pascolano in campi ricchi di liquirizia. Altro grande protagonista della cucina è l’olio, prodotto biologicamente in tre diverse tipologie: il denocciolato, l’aromatizzato al limone e l’extravergine. Prima di cominciare il pranzo ci hanno gentilmente offerto una degustazione di tali olii, e quello che ho preferito è senza dubbio il denocciolato.

Anche il vino è stato protagonista della nostra tavola: il Caggianese 2009. Consigliatoci dal professionale e simpatico sommelier di sala.

La Locanda Severino è una perla della Valle di Diano, dove il cliente viene continuamente coccolato nel corpo e nello spirito. La consiglio vivamente per un fine settimana alla scoperta della zona ricca di borghi interessanti, non distante delle Grotte di Pertosa e dalla Certosa di Padula (due mete vistitate durante il soggiorno a Caggiano).

GALLERIA FOTOGRAFICA

(La foto della cantina è di proprietà della Locanda Severino)

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