Il titolo potrebbe essere ingannevole, sembrerebbe trattarsi di un post di cucina, come spesso proprongo qui nel mio blog, ma oggi non vi scriverò solo di questo.
Ieri ho trascorso, con un’amica italiana, un intero pomeriggio catapultata in Turchia tra musiche, danze, aromi, sapori e il convivio che solo i turchi sanno offrirti, sempre con un sorriso sulle labbra.
La mia “Feira da Turquia” è cominciata con una visita alle bancarelle di bijouteria turca, dove ho comprato questo splendido ciondolo realizzato con “arte Ebru”.
L’ambiente era multietnico, c’eravamo noi italiane, portoghesi, brasiliani, spagnoli, francesi, un ragazzo che veniva addirittura da Taiwan e ovvio molti turchi. Comincia la danza: due ragazzi portoghesi della scuola di danza turca si esibiscono rigorosamente in abiti tradizionali. Ho girato un video con il cellulare, scusate se le inquadrature lasciano a desiderare ma ero in bilico a causa della gente e dello spazio limitato.
Finite le danze ci offrono del té Çay (le foglie provengono dalle piantagioni del Mar Nero), compriamo dei dolcetti tipici (Sakerpare) in vendita e gustiamo il tutto seduti nella sala principale di convivio.
Rimpinzata, decido di farmi decorare la mano con l’Henné…… mi dicono solo alla fine che devo aspettare 3 ore prima che si asciughi: AIUTOOOOOO!
Sapevate che le prime evidenze storiche dell’uso dell’Hennè, lawsonia inermis, risalgono al neolitico, VII millennio a.C. nell’attuale Turchia, per ricomparire poi in Siria a Ugarit con le prime testimonianze scritte? Ebbene si!
Dopo un’ora non resisto e vado in bagno a lavarmi. Meno male che non aspetto le 3 ore…. scopro che lavando la mano cadeva il colore secco e sotto restava impresso il disegno color marroncino, se avessi aspettato sarebbe rimasto nero e poi come lo toglievo? Ora mi tocca stare con la mano che sembra marcata da qualche strana malattia della pelle, ma almeno meno appariscente del tatoo nero.
La mia amica intanto va al corso di “bordado”, una sorta di ricamo, io passo non fa per me. Intanto socializzo con le persone in sala.
Dopo un’oretta comincia il corso di bijoutaria, sinceramente deludente, mi aspettavo di creare ciondoli o orecchini come solo loro sanno splendidamente fare. Invece ci tocca lo scoubidou a nodo piatto, mi sembra di esser tornata bambina, che tristezza. Comunque condivido le foto per chi volesse cimentarsi.
Ecco le fasi per la creazione del braccialetto:
Per prima cosa prendere due laccetti della stessa lunghezza. Il primo piegatelo a metà, dovrà avere un nodo iniziale a forma di gancio. Il secondo laccetto si piegherà a metà e lo si annoderà al nodo del primo lacetto. I primi 2 fili hanno il ruolo di portanodi gli altri due fungono da annodatori. Ricordatevi di fissare il laccetto da qualche parte prima di cominciare.
A questo punto, prendere il laccetto più esterno e fatelo passare sotto i due centrali (che resteranno fissi per l’intero procedimento).
Prendete il laccetto dell’estremità opposta e fatelo passare sotto l’altro laccetto, come in foto. Tenete fermi i fili centrali e fate passare l’annodatore di destra sotto i due fili portanodi e quello di sinistra sopra.
Il capo dovrà passare nel cerchio del primo laccetto, proprio come nella foto a lato. Mi raccomando alternate i fili, se avete cominciato con quello di destra, come nella descrizione, il prossimo nodo dovrà cominciare con il laccetto a sinistra e cosìvia.
A questo punto stringere il nodo tirando le due estremità. Ripetete questi passaggi fino a raggiungere la lunghezza desiderata. Ecco il risultato finale del workshop di bijoutaria turca……
Terminato il braccialetto, degustiamo un meraviglioso “budino di Noè” (Ashure/Aşure), domani cercherò di scrivervi la ricetta. Finite le degustazioni ci aspetta il workshop di cucina turca, non condivido la ricetta perché è un kebab di pollo e non scrivo ricette dove è prevista l’uccisione di animali.
L’atmosfera era bella, tutti aiutavano a fare qualcosa, cucinare tutti insiemi è un momento molto forte di condivisione. Non chiamatemi guastafeste, ma io sono dell’opinione che per cucinare in cucina bisogna star soli (intendo solo una persona deve cucinare). Comunque è stata un’esperienza interessante.
Aspettando che il povero pollo steso sulle verdure semifritte si cuocesse, siamo andate ad ascoltare una poesia recitata in turco. Qui potete ascoltare la poesia, ho registrato questo piccolo filmato per voi.
Eccolo:
Altre fotografie della giornata dedicata alla Turchia potete visionarle nella mia pagina facebook.
Altri video di danza turca che ho registrato ieri sono visibili sul mio canale youtube che troverete in fondo alla pagina: buona visione!