Leggere poesie prima di intraprendere un viaggio….

viaggiareSono in partenza, bagagli sistemati, pulito casa, svuotato il frigo e stampata la carta d’imbarco. I viaggi sono sempre poetici anche quando si va/torna a casa ed è per questo motivo che voglio salutarvi con due poesie di Davide Nota pubblicate da Massimo Gezzi in Le parole e le cose.

I rovi

Ma se una lingua inesistente sente in sé
la lontananza siderale degli astri
che di ogni corpo fanno un corpo vivo e mortale,
quanto distante è questa vita dalla vita stessa
che la anima ed ignora, immaginandola
come una cosa sola?
Ma senza fare di condizione virtù, non mima
il passo falso del presente
dove l’azione è questa pubblica parola
che non conduce a niente. Forma
il pensiero il ritmo della mente
che se non può ma vuole agire è sempre
un’illusione abietta o un desiderio
vivo
che gronda di aggettivi e oggetti. E vinto
si nasconde, non manifesta resa.
Circonda il tempo il tempo dell’attesa.

*

Così nel buio lo stagno lunare germoglia
in un canto di rane.
Tutta la vita è un fiorire notturno senza presente né fato.
I nuovi campi di sterminio sono pieni di luce.
E in ogni oggetto è nato un occhio che inibisce l’opera.
Un cantiere di cavi cinge il letto in cui dormi.
Ma esiste ancora un luogo dove crescono i rovi
e le anime dei morti che ritornano a sera?
Chi lo cerca non trova
più niente. Una dimora
al confine di un fossato invalicabile.

527430_402889763092888_1419600050_nL’estasi

L’amore rattrappito in un mucchietto
di ossa, uno straccetto mal piegato
sopra il letto: la signora
desidera qualcosa?
Io non ho mai detto che scrivo per cambiare il mondo
ma per piangere nel fondo
di questa miseria me lo permetterete
brutti figli di puttana?

Nel TUZ TUZ della disco
apparsa è la madonna
su una colata di ghisa.

Un uccellino mi ha detto:
non ridere, stronzetto,
sei strafatto.

È l’amore rattrappito in un mucchietto
di ossa, uno straccetto mal piegato
sopra il letto: la signora
desidera qualcosa?

*

Nel letto la visione di una cosa,
la rosa spelacchiata del giubbetto
di lei che ancora dorme oppure è morta…
Non andartene dai, proprio sul bello
della serata.

La carcassa dell’auto ribaltata
sarà rimossa dal personale addetto
alla perizia…

«Te lo dicevo io che ti dimenticavi
pure questa volta le chiavi, che
suonavi ancora presto, ed è domenica
e lo sai che tuo padre si arrabbia…».

Ma quello che aspettavi e non ritorna
alla porta è una divisa in penombra
e dietro c’è quest’alba orrenda, sporca,
senza alcun pudore, da obitorio e claxon.

E il nostro amore che non è più
lo stesso amore di un tempo, è
qualcosa di diverso,
perché sei andato via proprio sul bello
della serata?

*

«È così che… che non lo so come si dice
però ti ho preso un fiore, ecco, prendilo…».
«Lo perderò dentro l’inferno della sala…».
«Ma almeno provaci un momento, a trattenerlo…».

«Guarda qui che luce gialla che c’è sopra l’insegna
che ci piove sopra tutta questa pioggia
che viene giù dalla grondaia rotta
dei palazzi.

Guarda le rondini, schiacciate pure loro
da questo cielo così inutile e italiano
che non sovrasta proprio niente, è sovrastato
come un coperchio rialzato dalla schiuma
dell’acqua sporca, che ribolle e preme.

Questo è l’amore ai tempi della techno,
se non ci credi… vabbe’ lo stesso
tanto qui la luce è muro vuoto, è nudo
parcheggio, sotto casa, che impedisce».

*

E sventolasti un biglietto di non so che andata
contro di lei che rimaneva viva.
Poi certo, pure noi nella deriva
cadremo, questa gloria impasticcata
è solo una questione di ore.

Ma adesso tu sorridi come allora
quando in due sul motorino la strada
era uno straccio indecifrabile e la vita
era bellissima: la bara
le ripercorre lenta e trionfale
come in una visione allucinata…

(Le foto sono state reperite tramite Google)

Rispondi