La pittura cinematografica di Júlio Bressane

Erano anni che non facevo una copia di backup del mio portatile. Quanti ricordi, parole, suoni e immagini tutte qui in un piccolo rettangolo grigio metallizzato. Tra le varie cartelle ne spunta una nominata “vecchi articoli”, periodo fruttifero di scritture rallentate a causa della tesi di dottorato che pare sia un vero e proprio buco nero di tempo, passioni e fantasie.

Rileggo con piacere un mio pezzo sul cinema di Júlio Bressane, regista brasiliano, conosciuto qualche anno fa a Lisbona.

Il pezzo lo pubblicai su una rivista che stimo molto: La Furia Umana. La conoscete? Se la risposta è no, dovete assolutamente farlo.

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Ecco qui il pezzo:

Il cinema quando nacque aspirava ad esser classificato come arte, e visto che la pittura era l’arte per eccellenza, è ovvio capire le dinamiche attraverso le quali il cinema si appropriò del modello figurativo pittorico.

chitarra 1L’obiettivo di questo testo non vuole essere perdersi nei meandri già ben e lungamente trattati dello stretto legame tra cinema e pittura, ma vuole partire semplicemente dall’esigenza di render visibile qualcosa che è già visibile di per sé ma leggermente velato, il che richiede una messa ‘nero su bianco’.

Fondamentale in tutta la cinematografia del regista brasiliano Júlio Bressane è il continuo riferimento alla pittura classica e al suo gioco di luce e ombra, “per me, il principio di un film è la luce, prima ancor di esistere la sceneggiatura, gli attori e la regia” (JB).

Prima di passare in rassegna alcuni esempi salienti di immagini pittoriche a cui JB attinse per la chitarra 2mise-en-scène di alcune delle sue inquadrature, dobbiamo tener ben presente la questione dell’immagine, dello sguardo del pittore, dello sguardo del regista, nel nostro caso di Bressane, il quale attinge continuamente, quasi ossessivamente, all’estetica pittorica e certe volte alla pittura stessa, riproducendo sin nei minimi dettagli la tela prescelta.

Questioni che si mescolano nel calderone visivo del ‘quadro vivo’. La poesia dell’immagine che ne scaturisce, ispirata alla pittura, sta proprio nella forza di trasformazione/metamorfosi dell’utopia figurativa di una tela in ‘realtà’.enfants 1

Senza dilungarmi ulteriormente in prosaiche retoriche, visto che parliamo di immagini e non di letteratura, credo sia essenziale arrivare al nocciolo della questione e proporre alcuni esempi pratici che possano, meglio di qualsiasi esercizio di stile, evidenziare la sua predilezione per la pittura.

enfants 2Vista la vastità cinematografica del regista ho ritenuto necessario scegliere due film: Film d’Amore e San Girolamo, che non sono relazionati tra di loro se non nella vertente pittorica. Ovvero, ritengo siano i film in cui è più evidente l’utilizzo di specifiche opere per la costruzione delle inquadrature.

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[Le immagini contenute nel testo in ordine di apparizione: Balthus, Lezione di chitarra (1934); Film d’amore (2004, 46:47); Balthus, Les Enfants Blanchard (1937); Film d’amore (2004, 21:43)].

La rivista LA FURIA UMANA è finalmente disponibile anche in formato cartaceo:

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