Siena, tra arte e Panforte

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Nel mio viaggio toscano non poteva mancare una tappa a Siena, il cui centro storico è stato insignito dall’UNESCO del titolo di Patrimonio dell’Umanità.

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Si percepisce l’esperienza dei secoli quasi fosse dissoluta in una squisita soluzione“. Henry James (leggi il testo)

Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell’Imperatore Augusto e prese il nome di Saena Iulia. Città famosa per il suo palio, le sue contrade, chiese e palazzi medievali. Bellissima la Piazza del Campo, a forma di conchiglia, e la Torre del Mangia, tra le più alte in Italia. All’estremità opposta della piazza c’è la fontana monumentale: Fonte Gaia, opera di Jacopo della Quercia.

Arrivati a Siena entriamo da Porta S. Matteo (parcheggio comodo anche se un po’ caro), attraversiamo tutto il centro storico, passando attraverso le “due porte” (in reltà ne è rimasta una sola) dove visse il precursore di Giotto: Duccio di Buoninsegna.

Passiamo dinanzi l’università e avvistiamo dei neolaureati incoronati vittoriosi. Arriviamo all’imponente Duomo, ma non entriamo perché si paga (mi rifiuto di pagare 2013-07-17 12.28.47per entrare nelle chiese con tutti i soldi che possiede il Vaticano). Continuiamo  a deambulare senza meta tra le stradine e arriviamo a Piazza del Campo, dove si svolge il palio. Prendiamo un caffè e scattiamo alcune foto della splendida torre.

Prima di lasciare questa ridente cittadina, anche se troppo affollata per i miei gusti, compriamo i famosi Panforte (Panforte Margherita di Savoia e il Panpepato).

Anche Saramago dedicò alcuni versi a Siena:

“Guardo i vecchi palazzi di Siena, case antichissime dove vorrei poter vivere un giorno, con una finestra tutta mia, affacciata sui tetti color argilla, sulle persiane verdi delle finestre, come nel tentativo di decifrare da dove venga questo segreto che Siena mormora e che io continuerò a sentire, benchè non lo capisca, fino alla fine della vita.”

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