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Algar do Carvão è una camera magmatica del cono del vulcano Guilherme Moniz. Le prime testimonianze di una discesa nel cono vulcanico risalgono al 1893, più precisamente il 26 gennaio.
Furono due portoghesi, Cândido Corvelo e José Luís Sequeira, i primi uomini a calarsi con una corda nella bocca del vulcano. Una seconda spedizione risale al 1934 effettuata da Didier Couto che elaborò un primo profilo del cono e del suo interno.
Come potete immaginare le spedizioni non finirono qui, nel 1963, si diede inizio alle discese organizzate ma, non esistendoci ancora le scale, era difficile far entrare ed uscire più di 8 persone alla volta. Più tardi vide la luce l’assocazione “Os Montanheiros”, grazie alla quale abbiamo avuto modo di conoscere la storia del vulcano ed entrare anche noi nella sua oscura bocca.
Os Montanheiros facilitarono l’accesso grazie all’apertura di un tunnel di 44 metri, nel 1966, che consente l’entrata di gruppi di curiosi. Inizialmente le entrate erano concesse solo durante il fine settimana ed i giorni festivi, oggi, invece, si può visitare dal 15 alle 17 (epoca bassa) per consultare tutti gli orari cliccare qui.
Da Angra do Heroísmo si possono seguire facilmente le indicazioni fino a Algar do Carvão, arrivati potete sostare l’auto e fare un piccolo sentiero a piedi, molto suggestivo, fino ad arrivare alla piccola struttura in muratura che accoglie un angolo caffè, un negozietto di souvenir e l’entrata del tunnel di cui vi ho parlato poche righe fa.
Ritirato il biglietto (tabella prezzi) si scende una rampa di scale e si attraversa una porta in vetro dove troviamo un segnale che invita al silenzio. Purtroppo i turisti non rispettano e parlano ad alta voce mentre i bambini strillettano qua e là. Noi entriamo in rispettoso silenzio, mi sento misticamente scossa entrando.
La bocca conica ci sovrasta e la luce è accecante abituati al nero delle pareti. L’erba, o per meglio dire, il muschio, di un verde mai visto, si illumina con il fascio di luce che entra dalla bocca. La rugiada lo fa brillare ancora di più. Sembra di esser entrati nel magico mondo degli gnomi.
Per fortuna siamo arrivati alle 16 e alle 17 chiude, quindi i gruppi cominciano ad uscire mentre noi scendiamo sempre più giù fino al laghetto, il punto più profondo del cono vulcanico. Ci troviamo a 90 metri sotto il livello stradale.
Ad un certo punto ci troviamo completamente soli, a 90 metri di profondità, le gocce d’acqua continuano a cadere su di noi. Il silenzio è reverenziale, senza dubbio ci troviamo nel grembo di Madre Natura e si sente pulsare il suo cuore.
Un’emozione indescrivibile. Fotografo compulsivamente, come sempre, ma questa volta mi soffermo ad ammirare, assorbire, contemplare.
Essendo arrivati tardi, a causa della nebbia, non possiamo visitare anche la vicina Grotta do Natal, optiamo quindi per una visita alle Furnas, una piccola solfatara, situata nella località Porto Judeu. Nel 2001, data la sua importanza, fu eletta monumento naturale regionale, ma di queso ve ne parlerò domani.
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Il viggio è stato organizzato in collaborazione con Visit Azores, Casa das Cinco, Hotel Terceira Mar, Oceanemotion e l’Associação Os Motanheiros