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Siamo oramai giunti all’ultimo articolo dedicato all’isola Terceira dell’arcipelago delle Azzorre. Oggi voglio parlarvi di un posto veramente molto particolare dell’isola, la Quinta do Martelo.
Definirlo un museo etonografico, turismo rurale, o ristorante, sarebbe veramente riduttivo. La Quinta do Martelo prende il nome dal “battitore” del XVIII secolo del portone che ancora oggi esiste nella proprietà.
Situata a circa 5 km da Angra do Heroísmo, la quinta è un luogo imperdibile se si vuole veramente conoscere la storia e le tradizioni dell’isola. È famosa sopratutto durante il ciclo delle arance, uno dei cicli economici più importanti delle Azzorre, dopo i cereali e quello delle “vacche”. Oggi, la quinta produce anche vino e grappa di nespola.
Varchiamo il rosso portone e cominciamo ad entrare nelle varie casette stile terceirense. Ognuna offre ai visitatori un ambiente autentico e riprodotto nei minimi particolari, frutto di anni di lavoro e ricerca sulle tradizioni di costruzione e decorazione delle case rurali locali. Per noi, un vero e proprio salto nel passato.
La prima casa, in cui entriamo, è dedicata ai lavori in ferro e legno, troviamo l’antica fornace che riscaldava il carbone per fondere i metalli ed i vari arnesi di lavoro. Continuando, entriamo nella casa dedicata ai tessuti e ai telai, ancora funzionanti. Proseguendo, entriamo nella stanza delle botti ed infine nell’ultima casa troviamo i vari vasellami di terracotta.
Conclusa la visita della proprietà, su invito di Visit Azores, abbiamo cenato nel ristorante della quinta “A Venda do Ti Manel da Quinta” con i prodotti locali. Il ristorante è stato premiato come miglior “culinaria dell’isola” nel concorso di “Gastronomia – Patrimonio Nazionale”.
Iniziamo con un aperitivo nella merceria ricreata nei minimi particolari così com’era in origine. Quasi tutti i prodotti offerti sono di produzione interna alla proprietà e di coltivazione biologica.
Curiosiamo per quasi un’ora tra le centinaia di oggetti lì conservati, alcuni dei quali per me completamente sconosciuti. Concluso l’aperitivo, visitiamo la sala da gioco dove i contadini e gli altri lavoratori della proprietà si riposavano in compagnia dopo la dura giornata di lavoro. Saliamo infine al piano di sopra dove è alloggiato il ristorante.

La cena, a menù fisso, comprende una zuppa di verdure dell’orto con carne, un’alcatra, il piatto più conosciuto e tipico (una sorta di zucca di carne superaromatizzata che arriva a tavola fumante, accompagnata dal bolo de massa sovada, una specie di pane dolce molto lievitato), un dolce e un caffè.
Ovviamente, io ho optato per un pesce grigliato su legna e il caffè. Come vino proviamo un bianco dell’isola Graciosa, altra isola dell’arcipelago. Una cena che è una vera e propria esperienza, la consiglio vivamente.
Si fa tardi, il tempo sembra avere un movimento diverso qui sull’isola. Abbiamo trascorso più di 3 ore nella Quinta do Martelo, abbiamo approfittato del tramonto e cenato con una magnifica luna piena che illuminava il nostro tavolo. Prima di congedarci, abbiamo anche lasciato una testimoninza del nostro passaggio.
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Il viggio è stato organizzato in collaborazione con Visit Azores, Casa das Cinco, Hotel Terceira Mar, Oceanemotion e l’Associação Os Motanheiros