Cosa succede se una persona che non ama l’acqua e soffre il mal di mare trascorre 4 giorni in una barca?
Sulla mia pagina facebook vi avevo cominciato ad accennare della mia esperienza sul Lago Alqueva in Portogallo. Tutto comincia in una soleggiata mattina di novembre con 20º e tanta voglia di natura. Prendiamo un auto a noleggio e ci diriggiamo verso l’Alentejo, una delle mie regioni portoghesi preferite.
In due ore di viaggio arriviamo alla Marina di Alqueva. Lasciata l’auto saremmo poi salti sulla Barca Casa dove avremmo trascorso i prossimi giorni. Non immaginate i miei timori ma i viaggi servono anche a questo: superare i propri limiti e le proprie paure. Una sorta di terapia itinerante.
Cosa ne dite, mi seguite?
Appena arrivati siamo stati ricevuti dalla simpatica Ana Raposo che ha ci spiegato le regole della navigazione, possiamo infatti navigare per il lago senza avere la patente nautica. Dopo aver sbrigato la burocrazia necessaria, passiamo nella sala di formazione dove trascorriamo una 40ina di minuti ad ascoltare attentamente le informazioni e le regole da seguire. Dopo averci rilasciato la documentazione, scendiamo al molo dove ci attende la formazione pratica. In realtà ci viene giusto spiegato il pannello di comando e come attraccare.
Respiro a fondo. Molliamo gli ormeggi. Si parte.
Le mie dita erano saldamente incollate al legno del posto di comando mentre Kévin tranquillo guidava quasi fischiettando. Dopo la prima ora elettrica come una pila, finalmente mi calmo e comincio ad apprezzare il viaggio. Il panorama è da mozzare il fiato. Le acque calme sono uno specchio, i gabbiani ci guardano straniti da sopra le boe, che tracciano la nostra rotta, e il venticello ci rinfresca durante il viaggio, per fortuna, visto che abbiamo il sole a cuocerci le guange.
Il Lago di Alqueva è il più grande lago artificiale d’Europa, pensate che misura 250 km2 e bagna sia il Portogallo che la Spagna. Lo si chiama infatti il “mare interno”. Il bacino si è formato in seguito la costruzione della diga di Alqueva che ha deviato il corso del fiume Guadiana, uno dei fiumi più lunghi della Penisola Iberica.
Pensare che Alqueva significa “terra deserta” è sconcertante mentre si naviga su di essa. Fu proprio a causa di questa desertificazione che fu costruita la diga. Obiettivi princpali erano: costruire una centrale idroelettrica e rendere fertile la zona per donare la terra ai contadini e regolare così l’economia locale.
Durante la navigazione abbiamo deviato e non abbiamo visitato la diga sopratutto perché il nostro bisogno di natura e relax predominava alla mera curiosità.
Il sole comincia a scendere e dopo le 17:30 non siamo autorizzati a navigare (ovviamente è l’orario invernale). Decidiamo di trascorrere la notte ormeggiati presso il molo di Alqueva. Un’insenatura romantica e tranquilla. Non c’è nessuno e il centro abitato dista crca 3km. Siamo immersi nella natura.
Il sole ci sta salutando e cominciamo ad ammirare, sorseggiando un aperitivo, le silhouette degli ulivi al tramonto. Lo spettacolo è indescrivibile e l’emozione aumenta quando ammiriamo la luna alzarsi dietro la collina e distendere il suo manto argenteo sulle acque del lago fino a disegnare un fascio luminoso sulla nostra barca.
La mattina seguente ci svegliamo presto per proseguire la navigazione ed approfittare al massimo della giornata. Arriviamo per pranzo al porticciolo di Estrela. Lo scegliamo per la sua vicinanza al centro abitato, è l’unico infatti che dista appena una 50ina di metri. Approfittiamo per cercare un minimercato per comprare acqua ed altri prodotti necessari. Il bar del paesino era puntroppo chiuso, così come il ristorante. Per fortuna troviamo il minimarket di una simpaticissima signora con cui ci fermiamo volentire a far due chiacchiere. Conclusi gli acquisti ritorniamo a bordo per pranzare tranquillamente e poi ripartire. ATTENZIONE: la pedana del molo di Estrela è rotta e credo non durerà ancora per monto tempo in piedi. State attenti se doveste attraversarla. Abbiamo già avvisato le autorità competenti.
Mentre preparo il caffè, Kévin comincia a preparare la barca per proseguire la navigazione. Stasera pernotteremo al molo di Campinho. Ultimo molo del nostro piano di navigazione, l’indomani avremmo dovuto cominciare a riscendere visto che sono quasi 5 ore di navigazione per tornare ad Amieira Marina.
Non consiglio molto Campinho se volete stare tranquilli e da soli. Il molo è invaso, anche se non potrebbero, dai pescatori. A noi non ha dato fastidio, anzi abbiamo fatto due chiacchiere con i pescatori, ma capisco che per una scappatella romantica non è l’ideale. Senza pensar poi di esser stati svegliati alle 7 da loro che si sono messi a pescare a meno di un metro dalla nostra barca e chiacchierare a voce alta. Unica pecca forse l’invasione di moscherini e zanzare la sera chi ci ha impedito di approfittare del tramonto e della cena all’esterno.
La giornata trascorre tranquilla. Arriviamo a Campinho per l’aperitivo. Dedichiamo la serata al riposo e a studiare la rotta per l’indomani. L’idea è pranzare ormeggiando a Estrela.
A differenza dei miei timori iniziali, non essendoci molta corrente, non abbiamo dondolato molto da fermi. I moli poi sono quasi sempre stati costruiti in insenature che proteggono da eventuali correnti. La sera abbiamo sempre dormito come se stessimo sulla terra ferma. Pensate che, pur soffrendo tremendamente di mal di mare/macchina/bus e qualsiasi altro mezzo di trasporto tranne l’aereo, ho preso le compresse solo il primo giorno (più per timore che per necessità).
Svegliati alle 7 dai pescatori, dopo una ricca colazione a bordo, partiamo verso Estrela dove pranzeremo tranquillamente sul molo. Oggi è una giornata speciale, è il mio compleanno e stasera attraccheremo sulla Casa Galleggiante nelle Marina di Amieira.
Oggi l’acqua è talmente calma che tutto si rispecchia in essa. Guardate le foto, non ho utilizzato nessuna lente particolare e nessun programma. Questo effetto è quello dell’acqua. Non è meraviglioso?
Arriviamo alla casa galleggiante giusto in tempo per l’aperitivo. La casa è un sogno, una alcova romantica perfetta per festeggiare il mio stato di invecchiamento che avanza. Mentre sistemo i bagagli e comincio a curiosare nei vari spazi della casa, Kévin prepara un caffè che sorseggiamo poi fuori la sala, a fior d’acqua, con una magnifica vista sulla marina.
Per me scrivere il mio diario di viaggio e sorseggiare caffè è una passione. E le passioni vanno coltivate. Non trovate?
Dopo l’aperitivo al tramonto comincio a cucinare per la cena. Indimenticabile notte ed indimenticabile esperienza che consiglio a tutti.
Volete vivere anche voi, anche se solo virtualmente, questa esperienza?
Accomodatevi sul vostro divano e Buona Visione!!!
MAGGIORI INFORMAZiONI /PRENOTAZIONI
Amieira Marina
amieiramarina.com/en
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Che fantastica esperienza! Purtroppo comprendo il tuo problema, anche io soffro il mal di tutto (aereo compreso) per fortuna però non ti ha rovinato l’atmosfera e la festicciola di compleanno! 😀
Il caffè a bordo è un qualcosa di impagabile *_*
Il discorso del “senza patente” è una grande opportunità, quella è una signora imbarcazione da diporto, caspita! 😉
E’ vero, la vista è meravigliosa!
A presto!
La consiglio come esperienza anche con figli a seguito. Esistono barche che possono ospitare anche una decina di persone. 😉 Avevo seri timori a causa della nausea ma (forse perché non è mare) sono stata tranquillissima ed ho potuto godere a pieno l’avventura. 🙂
Grazie per esser passata e del tempo che hai dedicato a questo mio post.
Buona giornata!