Una delle emozioni più grandi tra i miei ricordi di vita a Lisbona è stata sicuramente la prima volta che ho visto i fuochi di capodanno sul fiume Tago.
«morbido Tago ancestrale e muto / piccola verità dove il cielo si riflette»
Álvaro de Campos
Mentre tutti erano con il naso all’insù ad ammirare i fuochi in cielo, io ammiravo il riflesso degli stessi nelle acque. Quelle stesse acque che nel 2003 mi fecero innamorare della città e che cambiarono il corso della mia vita.
Chi mi legge da un po’ avrà visto che, appena posso, salto in barca: dall’oceano, al lago, al fiume, non perdo mai un’occasione per naufragar “m’è dolce in questo mare“ (concedetemi la citazione del Leopardi).
Non mi definisco una lupa di mare, al contrario, ma quella sensazione di reverenza per una delle maggiori forze della natura mi innietta la giusta dose di adrenalina.
Provate ad immaginarvi: di notte su di una barca lussuosa, il dondolio delle acque, le luci della città, la piazza del commercio colma di persone che ridono e attendono in allegria lo scoccar della mezzanotte. La musica del concerto e i cuori che battono all’unisono. Un silenzio reverenziale prima del boato.
Miriadi di luci vi sovrastano, vi sentite al centro dell’universo e voi siete lì sulle acque del Tago a guardare i fuochi di artificio dalla barca. Sulle stesse acque solcate dai famosi navigatori portoghesi che scoprirono mezzo mondo. Gli stessi navigatori di cui abbiamo letto le avventure nei libri di storia e che possiamo rivedere le rotte nel magnifico mosaico di 50 metri di diametro a Belém realizzato nel 1960 dal Sudafrica.
Allora, vi siete immaginati lì? Che sensazioni avete provato? Volete vivere veramente quest’emozione non solo nella vostra mente?
Forse non ci avevate ancora pensato ma queste mie parole vi hanno fatto venir voglia di salpare. Se state programmando di salutare il 2016 e dare il benvenuto al 2017 a Lisbona, cosa c’è di meglio che festeggiare la 24ª ora del 31 dicembre su una barca? Che gli svizzeri ne sanno una più del diavolo è risaputo e le loro barche sono veramente l’eccellenza della navigazione.
Si parla spesso di Lisbona, sopratutto da un paio d’anni a questa parte quando il mondo ha cominciato a puntare i suoi riflettori sulla capitale del Portogallo, ma si parla poco del suo fiume, il mare di paglia.
Forse non sapete che il fiume Tago, o permeglio dire Tejo, è il più esteso dell’intera Penisola Iberica. Il suo nome pare derivi dal nome del re iberico Tago che fu crudelmente assassinato da Asdrúbal.
I fiume nasce in Spagna a 1593 metri di altitudine nella serra de Albarracín, più precisamente dalla Fuente de García, e sfocia nell’Oceano Atlantico passando per Lisbona sotto i suoi due famosi ponti: il Vasco da Gama, il più lungo d’Europa con i suoi 17 km, costruito nel 1998 per l’Expo’, e il rosseggiante Ponte 25 di Aprile, ex ponte Salazar, fatto costruire da Salazar nel 1966 e che tutti confondono con il Golden Gate di San Francisco.
Su una barca potrete avere una prospettiva unica ed insolita di Lisbona, quella vista dal fiume, immortalata anche in famose pellicole cinematografiche come: Dans la Ville Blanche di Alain Tanner (1998). Les Amants du Tage di Henri Verneuil con Amalia Rodrigues (la famosa fadista), film tratto dall’omonimo romanzo di Joseph Kessel. Lisbon Story di Wim Wenders, forse il più conosciuto in Italia, ed altri ancora.
Se sarete fortunati potrete anche fare incontri inaspettati! Non è la prima volta infatti che i delfini arrivano a Lisbona e, curiosi di natura, si avvicinano alle imbarcazioni.
Credo che di emozioni ve ne ho descritte tante in questo articolo ed ora non vi resta che prenotare la vostra imbarcazione per immedesimarvi nei panni degli antichi navigatori portoghesi e vivere anche voi le emozioni che ho tentato di trasmettervi in queste righe.
VI ASPETTO A LISBONA!!
Che figataaaaaa
🙂 e che barche. hai visto?
Yess