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Il Carnevale in Sardegna tra maschere e gastronomia

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Spesso quando si legge, o si parla, di Sardegna tutti pensano automaticamente alle sue spiagge e al suo mare cristallino da far invidia ai Tropici. Diciamo che, essendo un’isola, è abbastanza normale ma forse quello che non sapete è che…..

la Sardegna offre molto di più, sopratutto d’inverno.

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Avete mai associato la Sardegna al Carnevale? Si, avette letto bene il carnevale.

Il Carnevale Sardo è uno dei carnevali più famosi del nostro stivale: riti ancestrali e misteriosi si celebrano tra maschere antropomorfe e zoomorfe, vesti di pelli, orbace e campanacci, che rievocano danze propiziatorie e lo stretto rapporto tra uomo e animale.

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In Sardegna il Carnevale inizia con la festa dei fuochi di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, oppure con la festa di San Sebastiano, o della Candelora, che si celebra il 2 febbraio e si conclude il mercoledì delle Ceneri per riprendere poi, per un solo giorno, la prima domenica di Quaresima, la cosiddetta Pentolaccia.

LA FESTA

La festa conserva spesso il ricordo di riti arcaici della fine dell’anno. Solitamente, durante la festa i protagonisti sono un re e la sua regina: Re Giorgio (Ghjogliu) e sua moglia Mannena. I più famosi sono quelli di Tempio Pausania.

In altri paesi sardi invece del re, troviamo un fantoccio di pezza che viene processato, condannato, bruciato al rogo e pianto poi con un ridicolo lamento funebre. I roghi più famosi sono quelli di Gioldzi a Bosa, Maimone in Ogliastra e Cancioffali a Cagliari, giusto per citarne alcuni.

Numerosi sono i carnevali celebrati sull’isola come quelli equestri di Oristano “Sa Sartiglia”, dove i cavalieri devono infilare in corsa una stella di metallo e quello di Santulussurgiu chiamato “Sa Carrela ‘e nanti”, dove i cavalieri mostrano il loro valore e abilità sfidandosi in corse per il centro.

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Ci sono poi quelli mascherati di Mamoiada, paese del centro della Barbagia, con le maschere Mamuthones (vestiti di pelli ovine, con maschera nera di legno e sulla schiena, “sa carriga”, caricano ben 30kg di campanacci) e Issohadores (con camicia di lino, giubba rossa, calzoni bianchi, scialle femminile e, a tracolla, portano sonagli d’ottone e di bronzo) forse il più conosciuto della Sardegna.

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Ricordiamo poi quello di Ottana con la sfilata dei merdùles e i boes, di Orotelli  con i Sos thurpos e le loro antiche maschere, di Samugheo con le sfilate dei maimones ed i roghi Coli Coli di Tonara. La lista ovviamente continua ma credo che la curiosità ve l’ho accesa già.

CIBARIE TIPICHE DEL CARNEVALE

Cosa sono le feste senza le loro tipiche cibarie? Durante il carnevale sardo non potete perdervi la Favata, ovvero, le fave cucinate con il lardo, le zeppole, o per meglio dire lzìppulas nel Campidano, oppure, le cattas in Logudoro e Barbagia, frisgioli in sassarese e gallurese.

Continuando con le fritture ricordo le origliettas di Bortigali, le orullettas a Mamoiada (pare di origine spagnola durante la loro dominazione), a Oliena le rugliettas, a Nuoro e Posada le orilletas, ecc. Non può mancare il vino.

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QUANDO E COME ARRIVARE

Se vi ho incuriosito le date per il 2017 sono dal 23 febbraio al 28 febbraio 2017. Vi ricordo inoltre che potrete raggiungere facilmente l’isola prenotando online i traghetti per la Sardegna.

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4 pensieri su “Il Carnevale in Sardegna tra maschere e gastronomia

  1. Altrochè se ci hai incuriositi! Tra l’altro io devo sempre scontare i miei 8 anni di vergogna perchè ho sangue sardo e in Sardegna non ci ho mai messo piede!
    Loro poi hanno un folklore e delle tradizioni fantastiche…per non parlare del cibo!
    Lilly approfitto per augurarti un fantastico 2017!!!! 😀

    1. Io non avrò sangue sardo ma devo ammettere che mi vergogno anch’io 😉 Magari approfitto per fare un salto per il carnevale, ho trovato dei prezzi per arrivare sull’isola molto buoni. Il nostro 2017 scoppietterà!!!

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