Quando l’arte si sposa con il sociale e raggiunge dimensioni internazionali, quando una fotografa si trasforma in attivista sociale e quando s’immortala una delle ultime comunità dell’Amazzonia nasce: Visão Yanomami di Claudia Andujar.
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Svizzera di nascita, Claudia Andujar cresce a Oradea in Transilvania con la madre svizzera protestante e il padre giudeo ungherese. Quando la famiglia fu deportata in un campo di concentramento, lei fugge con la madre in Svizzera dove vive per tre anni per poi emigrare a New York ed in seguito a San Paolo.
È in Brasile che Claudia Andujar comincia a fotografare con l’occhio antropologico le comunità residenti sul litorale paolista. Il suo interesse per le popolazioni indigene la portano a lavorare con i Carajá, i Bororo e i Kayapó Xikrin del Brasile centrale.
Il 1970 è stato il suo anno decisivo. Scelta dalla rivista Realidade per partecipare ad un progetto fotografico sull’Amazzonia, Claudia Andujar incontra per la prima volta il popolo Yanomami (l’umano che si oppone allo straniero) e nel 1972 comincia il suo lavoro con loro.
Nel 1978, dopo esser stata espulsa dall’area indigena dalla Funai, crea la Commissione del Parco Yanomami (CCPY – Comissão Pró-Yanomami) e nel 1980 comincia ad esporre il suo archivio fotografico dedicato alla popolazione indigena allo scopo di sensibilizzare il mondo alla causa: il diritto alla terra e all’identità culturale dei Yanomami.
Nel 1977 la giornalista fu cacciata via a causa dei movimenti di occupazione militare della zona che poneva in grave rischio la comunità indigena. Nel 1978 esce il libro in collaborazione con il fotografo Geoge Love intitolato “Amazônia”.
Le fotografie esposte nell’Archivio Fotografico di Lisbona sono appena una piccola selezione dell’immenso archivio della fotografa che ha immortalato con la sua macchina fotografica parte della regione del fiume Catrimani (Wakata-ú) dove ha vissuto con la popolazione Yanomami per diversi anni.
L’esposizione focalizza il suo sguardo sul mondo degli spiriti (xapiripe) evocato dagli sciamani durante i rituali ed espresso dalla luce catturata dalla fotografa.
L’esposizione fa parte del programma culturale Lisboa 2017 – Capital Ibero-americana de Cultura. L’entrata alla mostra è gratuita e visitabile fino al 15 aprile.
DOVE
Arquivo Fotográfico Municipal de Lisboa
Metro linea verde Martim Moniz
Bus 34, 40, 708 – Tra 12 e 28
ORARIO
Lunedì – sabato dalle 10 alle 19
Adoro Caetano Veloso, non potevano scegliere sottofondo migliore! *_*
ALtra cosa che abbiamo in comune allora 😉
Che figata anche a me piacereb e vivere alcuni periodi con popolazioni indigene… belle le sue foto. Grazie x avercene parlato.
Grazie a te per averlo letto 😉
Ah ah ah ah ah. .. ovvio un post si legge… mica si guarda !?!?!?! Lo so che non è così x tutti ^.^ baci baci
hahahahhahahha 🙂 non si può avere tutto dalla vita, pochi ma buoni….. mi sento alla fiera dell’ovvietà 😛 Buona giornata cara
Ah ah ah ah ah ah