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Barcelos: Perché il gallo è il simbolo del Portogallo?

Spesso, durante i miei tour a Lisbona, mi chiedono: “perché il gallo è il simbolo del Portogallo?“. Anche voi siete curiosi e volete saperlo?

Tutto comincia con la leggenda di un gallo che resuscita per provare l’innocenza di un uomo ingiustamente accusato e condannato a morte.

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Immaginatevi nel XVI secolo, siamo a Barcelos, città della regione del Minho. Un giorno arrivano a Barcelinhos (la città dal’altra parte della fiume) due pellegrini che stavano percorrendo il cammino di Santiago portoghese.

La leggenda

I due, padre e figlio, alloggiano per una notte in una locanda. La locandiera, infatuata del giovane pellegrino e non corrisposta, denuncia un ipotetico furto di posate d’argento additando i pellegrini. Le autorità arrestano il padre e lo condannato a morte.

Il figlio dedice di sacrificarsi e prendere il suo posto.

gallo barcelos croce
Foto: skyscrapercity

L’uomo in preda al panico, pensando a suo figlio sulla forca, chiede di esser ricevuto dal giudice che lo aveva condannato.

Scortato fino al giudice, che banchettava con i suoi amici, cerca di spiegare la loro innocenza. Il giudice allora dichiara: “se tuo figlio è innocente questo gallo comincerà a cantare”. E così fu!

Compreso il suo errore, il giudice corre alla forca per salvare l’uomo ma scopre che era scampato alla morte perché sollevato dalle mani di Santiago. È così liberato.

Si narra che il pellegrino anni più tardi, torna a Barcelos per scolpire il Monumento del Signor Gallo in onore alla Vergine Maria e Santiago. La più antica rappresentazione del gallo in questa cittadina.

Perché è simbolo nazionale?

Oggi, il gallo lo si trova in ogni negozio di souvenir e affini ed è venduto come simbolo nazionale anche se in realtà non era considerato tale fino agli anni 30 del secolo scorso.

La figura del gallo avendo un legame molto forte con la vita rurale, per iniziativa del regime salazarista (1926-1974), comincia a rappresentare il Paese in fiere interazionali.

Pensate che, nel 1931, il giornalista Artur Marciel commissionò all’artista Manuel Couto Viana di produrre oltre 400 galletti per una conferenza internazionale a Lisbona.

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Foto: Valadj

Nel 1935 poi, António Ferro impressionato dalla popolarità del galletto lo porta a Vienna per una conferenza e da allora, il gallo è visto come simbolo del Paese.

Funzionò bene questa strategia di markering, pensate che negli anni 50 e 60 il gallo riuscì a spodestare l’allora immagine nazionale della Madonna di Fatima.

Nel 2016 è realizzato il più grande gallo della storia portoghese e si trovava a Lisbona. Misura tre metri di larghezza e pesa tre tonnellate e mezzo l’opera dell’artista portoghese Joana Vasconcelos.

Quello che stupisce di più però non sono le sue dimensioni ma il gioco di 15mila luci e i 17mila azulejos che lo decorano. Dopo esser stato due settimana a Lisbona, Ribeira das Naus, si imbarca per Pechino e Xangai per festeggiare l’anno del gallo cinese (2017).

lisbona gallo
Foto: e-cultura

BARCELOS, LA CITTÀ DOVE NACQUE IL GALLO

Svelato il mistero sul gallo direi di consigliare un viaggio alla scoperta di questa famosa cittadina, tappa del cammino di Santiago portoghese.

Noi avemmo la fortuna di capitare un giovedì, giornata di fiera. Una fiera  dove potrete trovare di tutto anche un simpatico souvenir artigianale.

Se volessi stilare una lista di luoghi imperdibili direi di cominciare dall’ufficio del turismo, dove potrete reperire gratuitamente la mappa della città. Non dimenticate di chiedere la brochure degli artigiani locali, se vi interessa la ceramica.

ROTTE DELL’ARTIGIANATO

A questo punto siete pronti per la visita. Prima tappa la chiesa madre, Igreja Matriz, un edificio del XIV secolo di architettura medievale con tocchi di romanico con magnifici pannelli di azulejos all’interno.

Passerei poi al Paço dos Condes de Barcelos, un palazzo signorile conosciuto anche come il palazzo dei Duques de Braganças (duchi). Del palazzo del XV secolo restano solo parti, il resto è in rovina, ma questo non diminuisce la sua importanza e una visita obbligatoria.

Ho apprezzato la segnaletica e le informazioni storiche dipinte su azulejos e la magnifica vista che si scorge dalle rovine. L’ingresso è gratuito.

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Passiamo poi alla chiesa di Nossa Senhora do Terço, un edificio costruito nel XVIII secolo, con una sobria ed anonima facciata ma che al suo interno lascia a bocca aperta per esser completamente ricoperta di azulejos.

Anche il Templo do Bom Jesus da Cruz vale una visita, il 3 maggio è anche palco principale della Festa das Cruzes (festa delle croci).

Arriviamo adesso al punto forte di Barcelos, la sua ceramica. Io dedicherei una giornata intera solo alla scoperta di questa arte.

Oltre alla visita del Museu de Olaria, che possiede oltre 9 mila opere provenienti dal Portogallo intero e da vari paesi lusofoni, consiglio anche di prendere la brochure che vi avevo consigliato di chiedere all’ufficio del turismo.

Troverete al suo interno la lista intera degli artigiani locali, noi siamo andati alla casa del nipote della famosa ceramista Rosa Ramalho. La sua storia meriterebbe un intero articolo e forse in futuro ci sarà.

Anche il nipote, António Ramalho, non scherza come ceramista e noi non potevano andar via senza un gallo. Optiamo per una forma insolita, non il gallo nero (quello della copertina di questo articolo per intenderci) ma uno “a cantar” a tre zampe.

Sapevate che di galli ne esistono 6 varianti che son state modificate nel corso del tempo? Nel museo di Barcelos esiste un pannello che spiega bene le differenze.

DOVE DORMIRE

Noi abbiamo pernottato due notti alla Quinta Santa Comba, un’antica proprietà del XVIII secolo trasformata in residenza turistica situata nella località di S. Bento da Várzea (Barcelos).

[Articolo non sponsorizzato]

Siamo giunti alla fine di questo viaggio tra galli, azulejos e ceramica. Vi aspetto sul blog per nuovi viaggi alla scoperta del Portogallo.

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10 pensieri su “Barcelos: Perché il gallo è il simbolo del Portogallo?

  1. Non lo sapevo! Pensa che i miei a casa hanno questo galletto uguale uguale ma non si ricordano chi lo abbia regalato! Ma si può? 😀
    Mo che vado gli spiego le origini…almeno finalmente sapranno da dove arriva e la storia che c’è dietro! 😉
    Se non ci sentiamo prima ti auguro buona Pasqua e buone festività Lilly!

  2. che bello leggere la storia del gallo
    io ho parlato dei galli a Porto in un mio articolo…
    ho visitato una piccola parte di questo paese e me ne sono innamorata e capisco perfettamente la tua scelta

    1. Mi piacerebbe leggerlo, mi passeresti il link qui? 🙂 Mi piace sempre leggere articoli di altre “colleghe/i” sul Portogallo, mi fate rivivere le mie prime emozioni da non residente. 😉 Buon fine settimana!

  3. Ho dato un’occhiata ai tuoi post e niente: quando torneremo a viaggiare, visto che il Portogallo è una delle mete in Europa che abbiamo dovuto saltare lo scorso anno, verrò prima a leggermi qualsiasi post esistente su questo blog ❤

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