pranzo comunitario chef rifugiati

Make Food not War, una pasqua alternativa a Lisbona

Make Food not War” (fai il cibo non la guerra)! La settimana scorsa, durante le mie consuete ricerche online di eventi a Lisbona, leggo di questa iniziativa.

Il titolo è accattivante sia per il riferimento al cibo sia al messaggio di “non far la guerra” che in questi giorni vibra nelle nostre vene. Questa è stato il motto della nostra pasqua. Volete saperne di più?

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Letta la notizia, non perdo tempo e prenoto subito per due persone presso la Cucina Comunitaria della Mouraria, che avevo già citato qui e di cui vi parlerò meglio in un altro articolo. Ma di cosa si tratta?

Make food nor War è un progetto di Paulo Alexandre de Mascarenhas Álvares (in collaborazione con la Cozinha Popular da Mouraria e l’Associazione ONG Crescer) che ha unito un gruppo di rifugiati di quattro paesi diversi (Siria, Iraq, Palestina e Eritreia) allo scopo di portare sulle tavole portoghesi i sapori della cucina mediorientale dei paesi in guerra e allo stesso tempo cercare di integrarli.

make food not war mouraria lisbona
Foto: noticiasmagazine.pt

Lo chef di domenica è stato Nizar Almadani. Siriano e direttore d’hotel nel suo paese, si è cimentato con maestria ai fornelli portoghesi per farci conoscere un pezzetto della gastronomia del suo paese. Ho letto poi la sua triste storia sui giornali e leggendo la sua risposta ad una giornalista portoghese mi son venute le lacrime agli occhi: “Credetemi, noi non vogliamo far male a nessuno”.

Il progetto ha principalmente lo scopo di integrare socialmente e lavorativamente questi uomini nella società portoghese. Pensate che alcuni dei cuochi che si sono alternati all’evento, nelle sue edizioni precedenti, hanno già trovato lavoro presso dei ristoranti in città. Direi che è un ottimo risultato per questo progetto pionere in capitale.

progetto rifugiati make food not war
Foto: makefoodnotwar

RIFLESSIONI ED EMOZIONI

Basta varcare la soglia del numero 5 di Rua das Olarias, nel cuore della Mouraria, per sentire la vibrazione dello spazio. Arriviamo alle 13:30 ma la prima sala con la tavola rotonda e l’altra rettangolare al suo lato erano già piene.

Passiamo davanti la cucina a vista e salutiamo lo chef siriano Nizar Almadani ed i collaboratori portoghesi che lavorano nella Cucina Comunitaria. Tutti sorridono e si sente l’aria di festa. Entriamo nella seconda sala, in realtà era un antico patio ricoperto di pannelli che mi ricordano una colorata favela.

La sala era già quasi piena e noi prendiamo posto tra un gruppo di francesi e una famiglia di portoghesi con bambini piccoli. Mentre aspettiamo l’arrivo dei ruoti con le cibarie al centro della sala, ci stringiamo per far spazio ad un’altra famiglia portoghese: nonna, padre e nipote che festeggiano la pasqua con noi.

Tutti sconosciuti, tutti di nazionalità diverse (ne ho contate almeno 7 dalle lingue parlate) e diversi ceti sociali che mangiano alla stessa tavola i deliziosi piatti confezionati da un rifugiato siriano.

Quale simbolo più forte per festeggiare il Vero significato pasquale? La PACE!

È veramente difficile poter trascrivere la gioia e le emozioni che ci hanno accompagnato durante le due ore di pranzo. Per poche ore ci siamo dimenticati delle guerre, della meschinità umana e dell’indifferenza di molti sui nostri vicini geografici costretti ad abbandonare famiglia e terra a causa di stupide guerre.

Bisognerebbe fermarci a riflettere su quando siamo stati fortunati a nascere da questo lato del mondo.

make food not war lisbona

GALLERIA FOTOGRAFICA

PRANZO: le ricette

Il prezzo pagato (15€) per il pranzo è irrisorio per la quantità e la diversità dei piatti offerti (un antipasto, due piatti principali e due dolci) e le bibite a volontà (te, vino bianco e rosso ed acqua). Parte del ricavato è devoluto ai rifugiati ed il resto è utilizzato per coprire le spese del pranzo.

Curiosi di sapere cosa abbiamo mangiato? Qui di seguito ho pensato di condividere anche alcune ricette nel caso vogliate cimentarvi a casa per una cena o un pranzo dal sapore mediorientale.

MENÙ di DOMENICA

ricetta Moussaka di melenzane siria

Insalata Fatoush e Fattat Hummus

Moussakà di melenzane (vegetariana) con insalata di cetrioli, bulgur e menta

Riso Pilaf con pollo con mandorle, arachidi e uva passa

Sheryah di Aletria con cocco e arachidi

Mousse di Mango

ALCUNE FACILI RICETTE

TABOULEH

4 pomodori, 2 mazzetti di prezzemolo, 2 cucchiai di menta, lattuga, 1 cipolla, 100 gr di bulgur, 2 limoni, olio di oliva e sale q.b.

Cucinare il bulgur. Tagliate i pomodori a cubetti, sminuzzate la cipolla, il prezzemolo e la menta. Mischiate il tutto con le mani e condite con succo di limone, olio di oliva e sale appena prima di servire a tavola. Pronto il composto servitelo su di un letto di insalata e accompagnatelo con il delizioso pane pita.

mouraria lisbona

INSALATA ZAITON

500 gr di olive verdi ripiene, 2 cucchiai di tahini, 2 pomodori, 2 spicchi di aglio, olio di oliva, 1 limone, prezzemolo, menta e sale q.b.

Tagliuzzate le olive a rotelle e i pomodori a cubetti. Insaporite con aglio, prezzemolo e menta precedentemente sminuzzati. Non vi resta che aggiungere l’olio, il limone e il sale.

Per concludere in dolcezza vi propongo uno dei due dolci mangiati domenica, il Sherya. L’altro era una mousse di mango.

SHERYA

500 gr di aletria (spaghettini), 2 tazzine di zucchero, 1 tazzina di olio di oliva, 2 tazze di acqua calda, 100 gr di arachidi tostati e cocco grattugiato.

Fate riscaldare l’olio in una pentola e fate saltare l’aletria precedentemente sminuzzata con le mani. Aggiungere l’acqua calda e mescolare bene. Essendo una pasta molto fina cuoce rapidamente. Aggiungete poi lo zucchero, continuando a mescolare. Quando la pasta è al dente, fatela colare ed adagiatela su un piatto per poi spolverarla con arachidi e cocco grattugiato. Servite freddo.

Sherya dolce ricetta

DOVE

Cozinha Popular da Mouraria, Rua das Olarias 5

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8 pensieri su “Make Food not War, una pasqua alternativa a Lisbona

  1. Mi piace la frase “Make Food no War”. E’ una frase spontanea e detta con il cuore in un periodo come questo. Ma io dico non potremmo vivere tutti tranquilli!!?? E’ già difficile affrontare il tran tran di tutti i giorni, ci mancano solo queste maledette teste calde. Un bacio Bea
    Ps: che buone ste ricettine 🙂

    1. Me ne sono innamorata subito, è una frase semplice e potente allo stesso tempo.
      Riflettevo su quanta cultura, storia e tradizioni stiamo perdendo a causa di questi giochini di potere per non parlare delle vite umane. 🙁

  2. Il cibo ha proprio un linguaggio universale che non conosce barriere linguistiche, etniche o religiose. Purtroppo però la maggior parte della gente tende a dimenticarlo! Tempo fa avevo sentito parlare di un’iniziativa simile – Soup for Peace o qualcosa del genere. Dovrebbero essercene di più in giro!
    Buona giornata ❤️

    1. Concordo. La cosa più interessante non è il cibo o l’importantissimo messaggio ma le possibilità e le porte che si possono aprire per loro. Come informo nell’articolo già alcuni dei cuchi dell’evento hanno trovato lavoro grazie a questi pranzi ed oggi sono autonomi. Questa la vera vittoria! Grazie per esser passata :*

  3. Che bello lo slogan, rende perfettamente l’idea! Concordo con le tue riflessioni, quanto stiamo perdendo?! Evidentemente per i padroni della scacchiera ciò non conta nulla 🙁
    Comunque la cucina mediorientale è strabuona e infatti nella foto hai proprio gli occhi contenti! 😉

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