Durante il nostro fine settimana tra gli ulivi dell’Alentejo, presso il Monte Chalaça, abbiamo deciso di visitare “l’ingiustamente” sconosciuto sito archeologico di Pisões, a 10km da Beja. Sapevate che in questa villa del IV secolo d.C. ci sono ancora i pavimenti in moisaico intatti?
Quando trovai le fotografie della villa online stentavo a crederci che era in Portogallo. Che qui non si da valore alle proprie preziosità purtroppo l’ho già capito da tempo ma avere un gioiello archeologico del genere e non valorizzarlo è inaccettabile.
Per fortuna è passato nelle mani dell’Università di Évora e del Prof. Bento Caldeira, che ringrazio per la sua disponibilità e gentilezza. L’equipe universitaria comincia a lavorar duro per rendere lo spazio adatto ai visitatori e devo dire che finora ha svolto un ottimo lavoro.
Online è veramente confuso capire a chi e come contattare per visitare lo spazio, pensate che prima ho scritto al Dipartimento del Patrimonio Culturale poi loro passano la palla al Turismo dell’Alentejo che ha passato la palla all’università. Ovvero, ho impiegato 3 giorni per aver finalmente un po’ di chiarezza.
Perché tanta confusione? Perché fino a settembre del 2017 lo scavo era completamente abbandonato a se stesso.
Prenotazioni per la visita
Per farvi evitare tutta questa via crucis, vi informo che, per visitare la villa romana, basterà telefonare alla sicurezza dello scavo (+351 284108820 oppure al cellulare +351 963932452) in caso siate 1 a 3 persone. Per gruppi da 3 persone in poi dovete contattare telefonicamente, con almeno una settimana di anticipo, l’università di Évora al +351 266740875 oppure scrivere un’email a gabcom@uevora.pt.
Le visite sono concesse dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 17:30, il sabato e la domenica 9:00 alle 12:00 e dalle 13:30 alle 17:00. Per ora la visita non è adatta a persone con mobilità ridotta.
La nostra visita
Arrivati al cancello dello scavo, in un soleggiato pomeriggio con 30º in ottobre, siamo accolti dal sorriso di Dona Coinceição che ci fa accomodare nella saletta attrezzata con un modello in scala dell’intera area e diversi pannelli informativi sullo scavo ed i suoi ritrovamenti.
Pensate che in questa Villa hanno recuperato reperti risalenti al I secolo d.C. ed una zona urbana di ben 40 stanze. Ricevute le prime informazioni, cominciamo la visita dello scavo magnificamente immerso tra gli ulivi della regione.

Impressionante lo stato di conservazione delle terme dove sono ben visibili le tre vasche di acqua calda, tiepida e fredda, che spesso si trovano nelle terme romane.
Grazie ad una concessione speciale ci hanno fatto entrare all’interno delle terme dove solitamente non si potrebbe ed abbiamo documentato per voi l’esperienza nel nostro video.
Restiamo a bocca aperta quando arriviamo alla casa padronale, le ville romane erano solitamente case di campagna, con magnifiche fontane a decorare, la sua piscina dalle dimensioni quasi olimpiche e i magnifici pavimenti di mosaio mono e policromatico delle varie stanze.
Gli scavi, a detta dei responsabili, continueranno appena avranno conservato lo spazio e reso il percorso della visita più efficiente.
Siamo riusciti ad avere alcune anticipazioni su quello che si troverà nei prossimi scavi. Pare che sottoterra ci siamo le case dei lavoratori ed i magazzini per la conserva dei prodotti agricoli e gli strumenti di lavoro.
Quello che abbiamo sicuramente visto con curiosità è l’antica pietra su cui si schiacciavano le olive con tanto di scolo per l’olio, troverete la fotografia nella mia galleria.
Non immaginate l’emozione di poter visitare uno scavo archeologico, di questa importanza, completamente da soli. Non perdete l’occasione di visitare la Villa Romana più grande della Penisola Iberica, Pisões vi aspetta.
COME ARRIVARE DA BEJA
Seguire la EN18 direzione Ajustrel seguire le indicazioni.
Attenzione: la strada per 5 km è di terra battuta.
DOVE DORMIRE
A una 20ina di chilometri potrete immergervi in un paradiso alentejano, una fattoria di charme a Ferreira do Alentejo, la capitale portoghese dell’olio. Maggiori informazioni/contatti.
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Nooo mi fai crollare un mito!!! 😛 Credevo che l’incuria e l’abbandono dei siti archeologici fossero un marchio di fabbrica tutto italiano hiihihhi 😀 😀 Per fortuna non è sempre così e dalle foto vedo che il sito non è tenuto male 😉
Comunque bellissimi quei mosaici! 😉
Bisogna ringraziare l’Università di Evóra per questo. 😉