Bagnata dal fiume Tâmega, Amarante è una cittadina portoghese non molto distante da Porto. Si crede che la sua origine si debba agli abitanti della serra di Aboboreira, risalente all’età della pietra. Noi ci siamo stati in una mattinata di novembre ed abbiamo notato che è una città “pornografica”.
Perché pornografica? Perché troverete diverse bancarelle che vendono i peni di S. Gonçalo. Si, avete letto bene, proprio l’organo genitale maschile del santo.
Il simbolo fallico è strettamente legato alla figura di questo “finto” santo, finto perché in realtà è solo beato fu il popolo ad eleggerlo santo e non la chiesa.
Come potete vedere è una cittadina molto legata al sacro e al profano. Il simbolo fallico, ancora oggi protagonista delle vetrine delle pasticcerie della città, si crede che sia stato inventato per perpetuare i riti legati alla fertilità, molto attivi in questa zona. Io non ho resistito e il giorno del mio compleanno ne ho mangiato uno per buon auspicio.
Il santo di Amarante è legato ai matrimoni, come Santo Antonio di Padova (a Lisbona) ma questo santo del nord è legato alle donzelle un po’ più stagionate rispetto alle giovincelle antoniane.
Spesso è pregato dalle donne in età avanzata per cercar marito. Le si possono trovare, sopratutto il 10 gennaio, a pregare con fervore in chiesa e toccare la statua in punti poco usuali. La chiesa ha tentato di ovviare all’oscena toccatella trasformando il pene di una statua in una corda, quella che portavano alla vita i domenicani, ma senza grandi risultati.
IL SANTO
Dal micro al macro. Dopo avervi raccontato del suo pene, ora voglio dirvi chi era il resto delle componenti anatomiche che fu beatificato dalla chiesa. São Gonçalo (1187-1259) nacque a Tagilde (Guimarães) e, dopo aver pellegrinato per Roma e Gerusalemme, si stabilisce ad Amarante.
A lui si attribuisce la costruzione del magnifico ponte sul fiume che, purtroppo, nel 1763, a causa di una piena, crollò e fu ricostruito un paio di anni dopo con l’aspetto che possiamo ancora ammirare.
Il ponte, ancora oggi, ricorda il famoso tentativo di Napoleone Bonaparte di attraversarlo per invadere la cittadina ma dovette fare i conti con l’eroica difesa del generale Silveira al quale, grazie alla riuscita dell’impresa, gli fu attribuito il titolo di conte di Amarante. Sul ponte è ben visibile la targa di ferro che ricorda questo evento storico.
Consiglio di attraversarlo per ammirare il magnifico Monastero di São Gonçalo fatto costruire nel XVI da D. João III. Pensate che fu costruito durante 80 anni ed è per questo che sono visibili diversi stili architettonici.
Insolita è la chiesa che fu fatta costruire incollata al monastero. Impensabile a quel tempo. La spiegazione è data dall’esistenza dell’antica cappella preesistente dove São Gonçalo visse e fu sepolto. All’interno della chiesa c’è la cappella interna dove si trova il tumulo del santo circondato dai magnifici affreschi che raccontano alcuni episodi della sua vita.
COSA VISITARE
Oltre al già citato Monastero di São Gonçalo, consiglio di attraversare il ponte, perdersi per le stradine del centro storico e visitare il museo Amadeo de Souza-Cardoso.
Quest’ultimo interessante per la sua collezione d’arte portoghese moderna e contemporanea. In esso si possono trovare opere di: Amadeo de Souza-Cardoso, António Carneiro, Júlio Resende, Manuel Cargaleiro, Nadir Afonso, Vieira da Silva, José Guimarães, giusto per citarne alcuni.
Concluderei con una passeggiata sul fiume (avete letto bene “sul”), utilizzando il percorso di pietre che lo attraversano, e una sosta in pasticceria per mangiare il dolcetto “pornografico” del santo.

COME ARRIVARE
Noi siamo arrivati in macchina da Porto (circa 40 minuti), avendo preso un volo rapido Lisbona-Porto. Da Porto si arriva velocemente attraverso l’autostrada A4.
Se non avete l’auto, potete optare per gli autobus sempre con partenza dal nord: Rodonorte, Valpi, Transdev e Internorte.
ALTRE LOCALITÀ DA VISITARE
Delizioso Borgo. Leggendo del “dolcetto” mi è venuta in mente la tetilla, un formaggio tipico della Galizia dalla singolare forma a mammella, da cui prende il nome. Paese che vai usanza che trovi.
🙂 stupenda, non la conoscevo. Se un giorno dovessi passare da quelle parti non me la perderò. 😉 Grazie.
Curiosissima questa storia! E belli il ponte e la passeggiata sul lungofiume *_*
Sappi che mi sono trattenuta dallo scrivere qualsiasi battutaccia 😛 e sto implodendo dentro dalle risate 😀 😀
Ciao un abbraccio! 😉
Ma nooooooo, lascia fluire hahahahhahaa 😉
Il posto è carinissimo, ma sono distratta dalla storia dell’adorazione del pene del santo. Fantastica!! Vero è che il culto della fertilità basato sulla venerazione di organi riproduttivi ha una storia più che millenaria, ma immaginare le signore che pregano e “tastano” il beato è un’immagine davvero troppo divertente! 😀
🙂 non dirlo a me hahahhahaha Io trovo più divertente che la chiesa abbia cercato una scappattoia alla toccatella 😉