Un mondo di legno vivo, colori e strati che si intersecano creando un mondo d’incomunicabilità. Questo è quello che si percepisce al primo sguardo quando si entrata nella galleria che ospita la solo di Mário Belém.
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L’ARTISTA
Portoghese, artista, … Cominciare così non farebbe che sminuire Mário e la sua arte. Lui è un artista poliedrico che crea i suoi mondi immaginari utilizzando un materiale vivo che si trasforma nel tempo, il legno.
Il suo percorso artistico non è stato lineare: dai disgeni giovanili con Snoopy e Topolino tenta architettura all’università, ma capisce che non fa per lui. Segue poi un corso di design grafico e la lampadina si accende.
Dopo vari lavori grafici tra caschi per moto, copertine di CD, manfesti pubblicitari e affini, scopre i murales e capisce che è quella la sua vocazione. Abbandona la penna digitale e torna a disegnare a mano. Il risultato? Magnifiche opere tra colori e supporti legnosi.
Chi passa a Lisbona ha già sicuramente visto alcune delle sue opere, sopratutto chi ha fatto un tour con me alla scoperta della città: Pensão Amor, Lx Factory, Mouraria sono solo alcuni dei luoghi dove in città è possibile ammirare le sue opere.
L’ESPOSIZIONE
Conosco Mário Belém all’esposizione lo scorso 30 novembre (2017). Erano passate da poco e 19 e la sala non era ancora invasa dai visitatori. Son riuscita così ad apprezzare le su opere prendendo il mio tempo.
L’esposizione si chiama “Conto Interrompido” e la potrete visitare fino al 13 gennaio 2018 (con una pausa natalizia dal 24.12 al primo gennaio) presso la galleria Underdogs 10.
Il tema che ha ispirato l’esposizione è l’incapacità di comunicare al giorno d’oggi, un flusso interrotto a causa di nuovi fattori sociali. Il vero problema? L’eccesso di informazioni a cui siamo sottoposti.
Attraverso 36 opere l’artista ci vuole far rallentare e riflettere su come la “bulimia di informazioni” sta deteriorando la nostra forma di comunicare. Ogni opera è stata creata su una lettera dell’alfabeto (non solo il nostro) e i volti ritratti sono alcuni degli amici dell’artista che sono stati fotografati con il cellulare e poi lavorati su legno e dipinti.
DUE CHIACCHIERE CON L’ARTISTA
Tentar non nuoce…. è questo che mi son detta quando titubante ho contattato Mário via email per vedere se poteva rispondere ad un paio di domande sul suo lavoro. Nemmeno 20 minuti dopo eccoci in contatto e lui, disponibilissimo, ha risposto anche ad una domanda in più non prevista.
Lilly: L’incomunicabilità è il tema centrale delle tue opere in esposizione, oltre all’ovvia critica alla società moderna c’è una ragione recondita che ti ha portato a scegliere questo tema? Da dove è nato questo tuo leitmotive?
Mário: Più che una critica alla società, la scelta del tema deriva da una serie di situazioni che ho vissuto nell’ultimo anno e mezzo. Mi sono scontrato con una serie di problemi di comunicazione con persone che conoscevo bene ed altre che stavo conoscendo. In una fase della vita in cui abbiamo tante forme/mezzi di comunicazioni (chat, messenger, emoji, ecc.) che ci permettono di comunicare in forma diretta e succinta tra di noi ai fin dei conti ci rendiamo conto che non ci stiamo capendo minimamente…
L.: Trovo il materiale scelto per le tue opere molto interessante, il legno. Un supporto vivo ed organico. C’è una ragione per la quale l’hai scelto?
M.: Sinceramente ho un po’ di “odio” per le tele (probabilmente inghiottirò queste parole un giorno di questi). Il legno è affascinante per una serie di motivi. È materia viva. Tutte le opere che ho creato per questa esposizione invecchieranno man mano che il legno stesso invecchierà e credo che guadagneranno con questo.
Inoltre, il legno permette di creare volumi, sono fissato con le maniere con cui un’opera può saltar fuori dalla parete. Adoro questo genere di puzzle, cercare di capire come creare dinamismo di un’opera, farla esplodere dalla parete.
L.: Sicuramente questa domanda ti sarà già stata fatta diverse volte ma quali sono le tue influenze artistiche, i tuoi riferimenti?
M.: Ho tantissime influenze, forse anche troppe… Ma gli artisti che mi hanno segnato maggiormente sono illustratori, oppure, pittori che hanno cominciato come illistratori: Esao, Olaf Hajek, James Jean, Casey Weldon, ecc…
L.: Per concludere mi piacerebbe fare un gioco: in questa fase della tua vita artistica e privata se avessi un muro bianco davanti a te cosa immagineresti dipinto su di esso (figura, geometria, ecc.)? Senza pensarci molto. 😉
M.: Eheheheheh Questo non fa parte del mio processo. Non sono una persona che pensa poco nelle cose. Attacco il muro bianco solo dopo averci pensato molto ed avere un piano ben definito di come la cosa funzionerà. 🙂
Grazie mille ancora a Mário Belém per la sua disponibilità nel rilasciare questa intrevista.
DOVE
GALLERIA UNDERDOG
Rua Fernando Palha, 56.
Mar-Sab 14-20. Entrata gratuita.
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Condivido l’odio per le tele 😛 C’è stato un periodo in cui dipingevo per campare e ho lasciato perché campavo male 😀 😀 😀
Il legno ha un fascino innegabile e le opere di questo artista sono stupende a parte il messaggio importante che veicolano! 😉 Grazie per avercene parlato!
Grazie a te 🙂 sopratutto per aver condiviso questa tua fase artistica. Anch’io amo il legno!