il cavaliere Guilherme de Pavia, istruito dalla regina Santa Isabel, che durante un giorno di caccia nella foresta di Vermelha (rossa) sente all’improvviso un pianto di donna. Cerca disperatamente la provenienza dei gemiti ma non trova nulla. Torna dalla regina e le racconta l’accaduto.
Santa Isabel parte e cerca lei stessa la provenienza di quel dolore senza pace ed incontra un’immagine della Madonna con Gesù morto tra le sue braccia. La regina Santa Isabel in quel luogo fa costruire una chiesa dandogli il nome di Igreja de Nª Sª do Pranto.
La leggenda è un po’ triste lo ammetto, lamenti e pianti non sono due elementi appellativi per un viaggio, ma viaggiare è anche scoprire le curiosità e le leggende dei luoghi che visitiamo. In questo caso, Dornes la Vila das Dores (la cittadina del dolore).
Questo nostro viaggio nasce dall’esigenza e la preoccupazione di visitare le zone colpite dal terribile incendio del 17 giugno 2017 nella zona di Pedrógão Grande che provocò 66 morti e circa 250 feriti, per non parlare poi di mezzo milione di case distrutte e 50mila ettari di foresta bruciati. No, non temete non vi parlerò solo di pianti, dolori ed incendi ma vi porterò a scoprire un’incantevole paesino da fiaba.
Il nostro viaggio
A distanza di un anno preciso, giorno più giorno meno, eccoci in auto per intraprendere questo viaggio da Lisbona a Dornes. Non vi nascondo l’ansia e la preoccupazione di vedere ancora tutto bruciato come quando, durante lo scorso autunno, recandoci a Castelo Branco, ci siamo trovati a percorrere una strada costeggiata da un paesaggio apocalittico. Sembrava di stare in un film di fantascienza girato sulla Luna.
Partiamo da Lisbona e dopo poco più di 1 ora di viaggio, arriviamo nel paesino peninsulare di Dornes, bagnato dalle acque del fiume Zêzere. Visto dall’alto sembra un villaggio uscito da una fiaba.
DORNES
La prima volta che sentii parlare di Dornes fu all’uscita del film “Dot.com” di Luís Galvão Teles nel 2007. Il film è una riflessione sugli effetti delle nuove tecnologie nella vita dei 39 abitanti di un villaggio del nord del Portogallo chiamato Águas Altas.
Leggiamo nel sito Cineuropa: “Un ingegnere, costretto a soggiornarvi per ragioni professionali, decide di creare un sito internet dedicato a questa regione, www.aguasaltas.com. L’iniziativa è ben accolta dagli autoctoni e anche dal prete, il quale dice che se Gesù Cristo fosse vivo probabilmente avrebbe un sito. Ma una multinazionale spagnola vuole l’esclusiva del nome Águas Altas per lanciare una nuova marca di acqua minerale. Questo scatena polemiche, attira i media e l’intervento delle autorità locali, e porta gli abitanti a condurre una campagna contro una sedicente invasione spagnola.”
LA VISITA
Ma torniamo alla nostra visita del villaggio, location del film, Dornes. Arriviamo una domenica verso pranzo, prenotiamo passando al famoso ristorante Fonte de Cima, che a detta di quasi tutti i blogger trovati in rete impossibile trovare posto. Direi che siamo fortunati visto che accettano subito la nostra prenotazione per pranzo appena un’oretta prima, giusto il tempo di visitare il villaggio.
Parcheggiare l’auto non è facilissimo, pare che la domenica Dornes sia un luogo ambito dai locali per le sue attività acquatiche e spiagge fluviali invitanti. Decidiamo di lasciare l’auto fuori il paese proprio vicino l’insegna.
Ci accoglie una pioggerella estiva ma non ci crea problemi. Cominciamo a deambulare per le sue stradine dalle case bianche. Salutiamo gli abitanti che ci accolgono con un gran sorriso, capendo che siamo stranieri. Scambiamo due chiacchiere e continuiamo la nostra esplorazione.
Facciamo una sosta nel negozietto di artigianato locale, dove compro delle bellissime calamite disegnate a mano della famosa torre templare di Dornes.
COSA VISITARE
Se dovessi stilare una lista di luoghi imperdibili da visitare, comincerei proprio con la torre. Credo sia ovvio, vedendola, perché sia diventata il simbolo del villaggio. Lei, la torre pentagonale templare, magnifica opera del XII secolo costruita da Gualdim Pais su richiesta di D. Afonso Henriques, primo re cristiano del Portogallo.
La torre doveva difendere la linea del Tago (insieme a Tomar, Almourol, Castelo Branco, Monsanto, Pombal, Abrantes e Torres Novas) e fu edificata su antiche rovine di una torre romana.
Al lato della torre erge la chiesa di Nª Srª do Pranto (quella della leggenda), datata 1285, ma alterata poi nel XV secolo. Impossibile non restare impressionati dall’organo restaurato ed in funzionamento, i suoi soffitti magistralmente affrescati ed i magnifici azulejos del XVII secolo. Purtroppo non ho fotografato perché c’era una funzione religiosa in corso.
Dopo aver visitato il paesino ed ammirato la magnifica vista sul fiume proprio al lato della torre, torniamo al ristorante perché avevamo paura di perdere la prenotazione, ed abbiamo fatto bene. In poco più di un’ora il locale di due sale era stracolmo di portoghesi. Buon segnale pensiamo.
RISRORANTE FONTE DE CIMA
Il ristorante si trova proprio prima dell’entrata del paese, impossibile non vederlo sulla vostra sinistra. Entrati, siamo subito accolti con il sorriso. Ci accomodiamo al nostro tavolo e dopo pochi minuti ci portano un delizioso formaggio di capra con olive locali, ben diverse da quelle dell’Alentejo. Ci viene spiegato che la diversità sta nel sole, qui non fa caldo come nella rovente regione del sud.
Il menù ci viene indicato a voce e noi sorridiamo. Prendiamo pesce fritto del fiume, pescato da loro e sempre fresco. Io sono curiosa e chiedo di che pesci si tratta visto che son nata vicino al mare e conosco malissimo i pesci di fiume.
Anche se il locale era stracolmo, il proprietario ci si spiega con calma che si tratta di un luccioperca e un achigã (persico trota). Il secondo introdotto negli anni 50 nel fiume per cercare di regolare il numero eccessivo del luccioperca. Alla fine, mal pensato, si è scoperto che sono più lenti e quindi il luccioperca mangia i secondi. Ditemi voi se mangiare in questi ristoranti non è un’esperienza unica.
Concludiamo il pranzo con un ottimo budino fatto in casa e un caffè, devo dire proprio buono, fidatevi di una napoletana.
Dopo pranzo volevamo fare un giro in barca con il signor Hilário Soeiro, avevo letto che aveva un’antica braca ristrutturata degli anni 60, la ‘Maria Odete’. Purtroppo riprende la pioggia e dobbiamo rinunciare. Se volete vi lascio le informazioni per contattarlo, cliccare qui.
Foto: lanchamariaodete.blogspot.com
COMPRARE
Oramai lo sapete bene che acquisto sempre artigianato oppure prodotti dell’enogastronomia locale. Vi consiglio di comprare a Dornes il miele di produzione regionale Casflorim. Ildebrando Ferreira è un apicultore locale da oltre 40 anni con 300 arnie, purtroppo 80 della quali distrutte dall’ultimo incendio. Pensate che le use api sono quelle iberiche autoctone (apis iberica). Cosa ne dite, lo aiutiamo a risollevarsi comprando un vasetto di ghiotto miele locale?
4 pensieri su “Portogallo, Dornes il paesino da fiaba”
Confesso che appena ho letto Dornes ho subito pensato a GOT, da brava fan sfegatata! 😉 E’ una meraviglia di paesino e dalla tua descrizione si mangia anche daddio! hahahah curiosa la storia dei pesci! Cos’è quella imbarcazione raffigurata nella maiolica? E’ molto bella sembra una feluca! Buon fine settimana Lilly!
Confesso che appena ho letto Dornes ho subito pensato a GOT, da brava fan sfegatata! 😉 E’ una meraviglia di paesino e dalla tua descrizione si mangia anche daddio! hahahah curiosa la storia dei pesci! Cos’è quella imbarcazione raffigurata nella maiolica? E’ molto bella sembra una feluca! Buon fine settimana Lilly!
Sono le barche tipiche da fiume qui in Portogallo 🙂 Cos’è GOT? hahahahaha Ora mi uccidi virtualmente. Buon fine settimana cara. bici
hahahah è Game of Thrones la serie fantasy! 😉
ahhhhhh ok 😀