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Portogallo: la Serra de Montejunto tra mulini, natura e una fabbrica di ghiaccio del 1800

Rieccomi a raccontarvi di un nuovo on the road per un Portogallo sconosicuto, rurale ed affascinante. Linea guida: natura, cultura e relax. Lo dico sempre che certe volte bisogna fare la ricerca viaggio al contrario. Avendo solo un breve fine settimana a disposizione, ed essendo pieno luglio e gli alloggi sono eccessivamente cari e pochissimi, ho preferito trovare un appartamento economico prima dei luoghi da visitare.

Trovato il posto giusto al giusto prezzo, nel nostro caso nella Vale de Santarém, ho cominciato a curiosare online per cercare qualche zona o paesino carino da visitare.

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Avendo già visitato Santarém, i villaggi di palafitte, la capitale del cavallo lusitano e la rotta del vino, volevo vedere qualcosa di nuovo. Mi incuriosisce sulla mappa una macchia verde, aumentando lo zoom scopro chiamarsi Serra de Montejunto. Non ne avevo mai sentito parlare.

Non immaginate la mia gioia quando scopro che è ricca di mulini, i miei amati mulini, delle terrazze panoramiche sulle valle da perder il fiato e una curiosa fabbrica del XVII secolo che produceva ghiacchio per la corte di Lisbona molto prima dell’invenzione del frigorifero.

Se anche voi avete uno spirito bucolico non perdete l’occasione di trascorrere qualche giorno in questo parco naturale protetto.

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Un possibile itinerario

Non volevamo riempire molto l’itinerario perché l’idea era rilassarci tra piscina e barbecue ma la tentazione è stata forte. Vi innamorerete della Serra de Montejunto, un parco naturale protetto che appartiene sia ad Alenquer che a Cadaval.

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Ad appena 65 km da Lisbona il parco fa parte del sistema “montagnoso” Montejunto-Estrela. La sua forma ricorda un po’ il Portogallo con i suoi 15 km di lunghezza e i 7 km di larghezza.

Un’area protetta sin dal 1999 con circa 400 specie di piante diverse e un vero e proprio santuario per la riproduzione di oltre 75 specie di uccelli, alcune che rischiano l’estinzione.

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Nel suo punto più alto potrete arrivare alla “terrazza dell’Estremadura“, un belvedere che, in giornate limpide, vi consentirà di vedere la costa portoghese da Sintra fino a Nazaré. Mica male.

Convento domenicano e cappella Madonna delle Nevi

Oltre alla bellezza del panorama, la sua verde vegetazione e la diversità di fauna locale nella serra, sulla sua cima (di oltre 666 metri) fu costruito il convento domenicano più antico del Portogallo (XII secolo).

Anche se construito inizialmente nel 1218, quando arrivò in Portogallo il frate Soeiro Gomes, le attuali rovine sono il risultato di una riedificazione del XVIII secolo, quando tornano i dominicani in loco.

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domenicani portogallo
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La cappela di Nossa Senhora das Neves (la Madonna delle nevi), del XIII secolo, è uno dei tre edifici religiosi situati in cima alla Serra de Montejunto, al lato del monastero domenicano e all’eremo di São João Batista (San Giovanni Battista).

Oggi la cappella apre solo per messe speciali ma io vi consiglio di segnarvi la data del 5 agosto (Romaria de Nossa Senhora das Neves) in calendario per poter ammirare il magnifico altare decorato con azulejos del XVII secolo.

cappella Nossa Senhora das Neves
cappella montejunto

Vi incuriosirà un’altra struttura, incompiuta, che sarebbe dovuto esser un altro convento domenicano cominciato nel 1760 ma che il marchese di Pombal impedì la conclusione. Perché? Perché c’era il sospetto che i domenicani fossero coinvolti nella cospirazione chiamata “Conspiração da Reforma de Montejunto”.

Dinanzi le rovine potrete incontrare la Calçada dos Frades. Un cammino non facile che ancora oggi alcuni devoti pellegrini utilizzano. Anticamente servì per la costruzione dei conventi visto che non esisteva una strada.

Tre sono oggi i sentieri, per gli amanti delle camminate, ben segnalati. La difficoltà è variata e la distanza parte da 5 km fino ad arrivare a 9 km.

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Real Fábrica do Gelo

L’intero viaggio è stato studiato con un unico intento: visitare la Real Fábrica do Gelo, conosciuta anche come, Fábrica da Neve da Serra de Montejunto.

Si parte dal Centro de Interpretação do Parque istallato nell’antica casa della guardia forestale. Interessante al suo interno il plastico ed i pannelli informativi che vi spiegano un po’ delle geologia, la fauna e flora del parco. La visita parte proprio da qui.

Centro de Interpretação do Parque montejunto

Arrivata la nostra guida, una sorta di San Pietro con le enormi chiavi che ci danno accesso alla fabbrica e all’insolita struttura dove il ghiaccio era conservato prima della spedizione, comincia ufficialmente la visita.

Ci incamminiamo nel bosco, prima di arrivare al cancello passiamo per un’area attrezzatissima per i picnic, con tanto di lavandini (si, proprio lavandini), un baretto simpatico e ottimi BBQ per grigliate.

Arrivati al grande cancello, entriamo nell’area delle vasche per la produzione del ghiaccio, ben 44.

montejunto vasche per il ghiaccio
vasche fabbrica ghiaccio montejunto

Sapevate che a Montejunto alla fine del XVIII secolo c’era una delle poche fabbriche a livello mondiale che produceva ghiaccio (e non neve come era uso fare)? La fabbrica cominciava la sua produzione a fine settembre fino agli inizidi marzo, dipendeva dalle temperature notturne.

La Real Fábrica do Gelo si trova a 600 metri sul livello del mare ed ha prodotto ghiaccio per circa 120 anni.

A cosa serviva? A far arrivare il ghiaccio a Lisbona per rinfrescare le bibite della corte (per questo nel nome c’è “real” e non perché di proprietà della famiglia reale) ed i bar (caffetterie) come il famoso Café Gelo (ve ne ho parlato qui) e il Martinho da Arcada, il bar ristorante dove Fernando Pessoa trascorreva le sue serate a scrivere. Nel 1850, con l’invenzione del frigorifero, cadde in declino.

ghiaccio lisbona
Foto: sabado.pt
vendita ghiaccio lisbona
Foto: sabado.pt

La moda di rifrescare le bibite e creare i gelati (sorbetti) arrivò in Portogallo alla fine del XVI secolo, all’epoca della dinastia filippina (Filipe II di Spagna).

La costruzione della fabbrica del ghiaccio è attribuita ai frati domenicani verso il 1741. Fu carissima per l’epoca: circa 45 mila cruzados. Inizialmente la neve arrivava dalla Serra de Etrela ma con l’aumento della richiesta anche da parte della borghesia fece nascere l’esigenza di avere una nuova fabbrica più vicina alla capitale.

Come vi anticipavo nel 1850 chiude le sue porte e cade nel dimenticatoio per anni. Viene anche trasformata in una sorta di discarica abusiva, fino a che…

Carlos Ribeiro gabrica gelo portugal
Foto: Orlando Almeida/Global Imagens

… un gruppo di studenti, tra i quali Carlos Ribeiro (il padrino della fabbrica), incuriosito dai racconti dell’insegnate a scuola, e con età adulta decidono di recuperare lo spazio utilizzando mezzi propri. Come potete immaginare la sola pulizia dello spazio ha richiestao molti anni.

Trena per l’esattezza, grazie anche poi all’aiuto arrivato, in tempi più, recenti dal comune di Cadaval. Nel 1997 la Real Fábrica do Gelo è stata classificata come monumento nazionale.

come funzionava?

L’acqua, conservata in una vasca cisterna, fuoriusciva da una sorta di rudimentale rubinetto ed andava a rimpiere, di massimo 6-8 cm, le varie vasche secondo la legge dei vasi comunicanti.

fabrica do gelo montejunto
legge fisica vasi comunicanti

Durante la notte l’acqua gelava. A quel punto uno dei lavoratori andava a cavallo al vicino paesino di Pragança e con una cornetta avvisava che il ghiaccio era pronto per la raccolta.

chiamata raccolta ghiaccio

Gli uomini e le donne, in formula part time, si recavano di notte alla fabbrica per la raccolta prima dell’alba. Non era sicuramente un lavoro facile, sopratutto quello di caricarsi circa 60 kg di ghiaccio sulle spalle e portarle fino al silo dove il ghiaccio era conservato fino all’arrivo dell’estate.

raccolta ghiaccio nelle vasche
raccolta ghiaccio in spalla
trasporto ghiaccio verso il silos

A quel punto si tagliavano dei cubi di ghiaccio, si avvolgevano nella paglia, ottimo isolante, e si trasportavano con gli asini fin giù al monte per poi esser caricati in carri trainati da buoi fino alla Vala do Carregado, ovvero, il margine del fiume Tago dove poi i blocchi navigavano fino a Lisbona in quelli che erano chiamate “barcos da neve” (barche della neve).

invio ghiaccio

Secondo i racconti del più anziano di Pragança, la fabbrica chiuse ufficialmente nel 1885. Dite la verità, vi ho incuriositi?

PER LA VISITA: La fabbrica è aperta tutto l’anno e si organizzano 4 visite al giorno (alle 10, 11, 14 e 15:30). Basta arrivare qualche minuto prima dell’inizio delle visite per pagare e partecipare.

COME ARRIVARE: Alenquer – N9 e poi N115 fino a Vila Verde dos Francos. Prendere poi la Estrada/Rua de Montejunto direzione Montejunto, troverete numerose indicazioni stradali. Per maggiori informazioni telefonare al cellulare (+351) 916 371 944 / 916 782 628.

Per chi capisce il portoghese consiglio la visione del documentario sulla fabbrica di Visita Guiada, cliccare qui.

I mulini a vento di Montejunto

No, non lotterò contro i mulini come Dom Quixote de la Mancha. Al contrario, io i mulini li adoro, hanno un fascino irresistibile. Quando ho scoperto che ne esistono molti nella zona di Montejunto, cosa pensate io abbia fatto?

mulini valle serra montejunto

Chi mi conosce bene avrà subito risposto: sei andata a visitarli. Esatto! Purtroppo non tutti sono visitabili ma io non mi scoraggio e alla fine si è trasformata in un’esperienza indimenticabile con tanto di caffè e biscottini con due appassionati “mugnai” che stanno cercando di far eleggere i mulini della zona ovest patrimonio dell’UNESCO. Ma andiamo per ordine.

Rosa Miguel e Francisco Soares sono nuora e figlio dell’antico proprietario del mulino “Moinho do Penedo dos Ovos” costruito nel 1954. Sono amanti e appassionati dei mulini al punto tale da avere sempre la porta (del loro mulino) per curiosi e visitatori, proprio come noi.

portogallo mulini a vento in funzione
Foto: jornalvalorlocal.com

Rosa insieme ad altri mugnai, e all’Oestcim – Comunidade Intermunicipal do Oeste, sta cercando di creare una rete portoghese di mulini. Questa di Montejunto fa parte insieme a Peniche, Cadaval (Serra de Montejunto), Lourinhã, Torres Vedras, Sobral de Monte Agraço, Arruda dos Vinhos e Alenquer dei 12 municipi che ha lo scopo di promuovere i mulini della zona ovest del Portogallo.

Un po’ di storia

I mulini a vento furono costruiti nel XVI secolo grazie alle influenze delle navigazioni durante il periodo delle scoperte. Visitando altri Paesi molte tecnologie e conoscenze “sbarcarono” in Portogallo, così come le tecniche per approfittare della forza del vento. Questa fu la genesi della costruzione dei mulini portoghesi.

mulini a vento in portogallo

Anticamente in questa zona esistemano oltre 40 mulini ma oggi si possono contare appena 26 mulini a vento e 6 ad acqua (azenhas) recuperati, alcuni dei quali in condizione per poter produrre farina. Altri sono oramai negozi di artigianato, stanze in affitto per turismo rurale o musei.

Ma non solo nella sera di Montejunto ci sono mulini, anche nell’antica strada ÓbidosPeniche potrete ancora oggi vederene alcuni in funzionamento e potrete anche comprare la farina prodotta da loro. A Torres Vedras, ad esempio, il “moinho de várzea” che fu costruito nel 1836 ancora oggi produce farina e fabbrica il pane che potrete comprare e portare a casa. Ma questo è tempo di un altro articolo.

la visita

Grazie alle indicazioni telefoniche di Rosa arriviamo facilmente al suo mulino, l’ultimo della serie che troverete lungo la strada. Appena arrivati ci siamo sentiti a casa.

portogallo i mulini oeste
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Abbiamo visitato l’interno del mulino, ancora funzionante. Ci hanno spiegato come spiegare le vele e come si raccolgono e, per mia grande sorpresa, ho scoperto che è possibile girare il tetto del mulino per approfittare del cambio del vento.

Come si fa? Guardate il video in basso.

Sapevate che le vele del mulino possono cambiare posizione? Ecco come.
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Dopo aver scoperto tutti i segreti dei mugnai, Rosa e Francisco ci invitano a prendere un caffè e ci raccontano delle difficoltà che ogni giorno devono affrontare per il loro grande progetto: eleggere questi mulini a patrimonio UNESCO. Io voglio aiutare e la miglior forma, mi dice Rosa, è la divulgazione.

Vi invito quindi a visitare il loro mulino e ad unirci tutti alla causa.

strumenti mulini

VISITA Per visitare il mulino consiglio di telefonate al Sr. Francisco Soares tel.: (+ 351) 262 696 436 oppure cell. (+351) 964 242 281. Parlano anche inglese e olandese.

Il nostro fine settimana si conclude qui e così arriviamo al momento dei saluti. Spero che questa nuova “pillola di Portogallo” vi sia piaciuta. Se volete curiosare sulle mie gite in Portogallo basterà utilizzare la mappa interattiva che trovate qui in basso.

Buona lettura e buon viaggio!

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2 pensieri su “Portogallo: la Serra de Montejunto tra mulini, natura e una fabbrica di ghiaccio del 1800

  1. Una zona ricca di sorprese questa Serra. I mulini sono affascinanti e la fabbrica del ghiaccio ha una storia incredibile. Mai e poi mai avrei immaginato che potesse esistere un’attività imprenditoriale simile. All’epoca doveva rappresentare qualcosa di veramente straordinario

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