Chi mi conosce lo sa, e lo ha letto mille volte, che per me “il Portogallo non è solo Lisbona, Porto o l’Algarve“. Dopo avervi parlato in modo approfondito dell’Alentejo, delle Azzorre e di molte altre località non distanti da Lisbona, oggi voglio portarvi con noi in auto fino a Trás-os-Montes.

Trás-os-Montes questa sconosciuta
La regione meno conosciuta e meno visitata del Portogallo, sia per la sua localizzazione geografica e sia per la distanza dalla capitale, noi l’abbiamo scelta come meta di vacanza e viaggio proprio per questi motivi.
Terra strettamente legata alla natura, bucolica, definita la regione più isolata d’Europa, e patria del grande scrittore portoghese Miguel Torga che si riferiva alla sua terra come “Reino Maravilhoso” (regno meraviglioso).


Per chi non lo sapesse TOM (Trás-os-Montes) si divide in due aree distinte: la Terra Fria (fredda) e la Terra Quente (calda). La prima corrisponde alla zona nord est del Paese ed include: Bragança, Vinhais, Vimioso, Miranda do Douro e Mogadouro.
La Terra Quente include: Alfândega da Fé, Carrazeda de Ansiães, Macedo de Cavaleiros, Mirandela, Valpaços e Vila Flor.
La sua divisione è puramente morfologica e ben caratterizzata dalla diversità della flora locale. Nella Terra Fria ad esempio troviamo moltissimi castagni (la castagna qui la fa da padrone) e nella Terra Quente troviamo più ulivi.

il nostro itinerario
Viaggio realizzato nell’agosto del 2019 e durato una settimana. Siamo partiti da Lisbona in auto ed abbiamo percorso circa 900 km. Non abbiamo sempre utilizzato le autostrade perché volevamo percorrere la storica N2 e diverse strade secondarie, quindi calcolate che abbiamo superato i 1000 km percorsi.
TAPPE
Le tappe elencate sono quelle visitate e in basso troverete diverse informazioni e consigli su cosa visitare, dove mangiare e dove dormire. Questo articolo sarà quindi una sorta di miniguida utile per chi volesse organizzare un on the road, come noi, verso il nord del Portogallo.
[Viseu] – Chaves – Vilarinho de Negroes – Pitões das Júnias (Gerês) – Ponte de Misarela – Bragança – Vinhais – Vila Boa de Ousilhão – Rio de Onor – Podence – Mirandela – Quinta do Romeu (Mesão Frio).

il viaggio
Solitamente non viaggiamo mai ad agosto: non amiamo le folle di turisti, i prezzi che salgono alle stelle e le alte temperature. Quest’anno però, a causa di inaspettati eventi lavorativi, abbiamo dedicato una settimana di pausa estiva e scelto un itinerario che sapevamo NON battuto dal turismo di massa, quindi adatto a noi.
Siam partiti da Lisbona in auto muniti di Via Verde (Telepass portoghese), indispensabile se si viaggia in Portogallo in autostrada, così da evitare multe che arrivano anche all’estero. Leggete qui per approfondire la situazione pedaggi autostradali.

Partendo di pomeriggio, dopo il lavoro, decidiamo di fare un sosta intermedia per riposarci e svegliarci l’indomani presto e ben riposati per continuare il lungo viaggio che ci aspettava.

VISEU
Dormiamo a VISEU, una cittadina che mi è rimasta nella memoria per il suo profumo di fiori e di alberi. La sera che arriviamo è anche in corso la festa di São Mateus ma noi eravano troppo stanchi per star nel centro della confusione.
Decidiamo di fare un rapido check-in nella stanza della casa che avevano prenotato in ottima localizzazione e una cena tranquilla in zona.
Per chi avesse più tempo a disposizione, noi riteniamo che Viseu meriti un viaggio organizzato per la sua visita, consiglio di visitare: la cava de Viriato (fortificazione ottogonale), la Sé (cattedrale) e per la sera un cocktail nel suo bar di ghiaccio nel centro commerciale.


Noi facciamo solo un giro rapido per il centro a caccia di arte urbana, la nostra passione. Troviamo opere di Bordalo II, Mária Imaginário, Lula Goce, Draw e molti altri.
Se anche voi, come noi, amate l’arte urbana vi consiglio di fare un salto a Carmo‘81 in Rua do Carmo, n. 81. È uno spazio culturale ed artistico con una programmazione ricchissima.

MAPPA OPERE ARTE URBANA IN CITTÀ
Riprendiamo l’auto per la nostra prima vera tappa, CHAVES a 171 km da Viseu. Invece dell’autostrada che ci avrebbe facilitato non poco il viaggio, decidiamo di prendere la storica N2 (nazionale 2) definita la Route66 del Portogallo. La conoscete?

N2 – Nacional 2
Un giorno spero di riuscire a percorrerla tutta e di scrivere per voi una guida approfondita su questa mitica strada che taglia il Portogallo in due: partendo da Chaves (nord) ed arrivando a Faro (sud) lungo 739,260 km di strada nati nel lontano 1945.
Salendo in auto verso Chaves facciamo una deviazione per la Vila de Lazarim (Lamego) perché sappiamo dell’esistenza di un importante museo dedicato alle maschere iberiche, il CIMI (Centro Interpretativo da Máscara Ibérica). Ad entrata gratuita, chiude la domenica e il lunedì. La deviazione è valsa la pena.

CHAVES il punto “0” della N2


Arrivati a Chaves, dopo diverse deviazioni per collezionare i timbrini del passaporto della N2, arriviavo a destinazione.
Mi catapulto subito sul “marco zero N2“, l’inizio del viaggio, vicino al giardino Candido Satto Mayor, per la foto di rito. Solitamente i viaggiatori partono da qui e non arrivano qui, ma noi amiamo sempre andare contro corrente.
In basso, nella mappa, troverete tutte le tappe che abbiamo fatto per collezionare i timbrini del passaporto. Una vera e propria caccia al tesoro, vi consiglio di chiedere anche ai benzinai delle località non sempre l’ufficio del turismo è aperto.

Cosa visitare in città? Sicuramente consiglio di attraversare il romantico ponte romano di Trajano, visitare il castello con il suo giardino e la torre dalla vista mozzafiato, entrare nella Igreja da Misericórdia una chiesa del XII secolo riccamente decorata di azulejos e fotografare tutte le colorate verande di Rua Direita.


Dopo tanto girovagare consiglio di fare una pausa e provare assolutamente il pastel de chaves (dolce o salato) pare che il più famoso sia quello della Pastelaria Maria (a Mariazinha) sita nel Largo do Município (orario: lu-sab 7-19 e dom 7-13).

Strategicamente, per evitare di fare tutti i giorni la valigia, abbiamo diviso le nostre visite in due zone. Per questa zona di TOM abbiamo scelto di dormire nei pressi di Chaves in una deliziosa antica casa di famiglia di contadini e pastori, la Casa da Vinha Velha (10% di sconto).
La proprietaria Dona Odete è diventata la mia compagna di chiacchierate pomeridiane e di cucina, le ho insegnato a non buttare i fiori di zucca (crimine in Portogallo) ma a farli fritti con la pastella. Li prendevamo direttamente dal suo orto.

Vi ricordo anche che a Chaves dal 23 al 25 agosto si svolgono le feste estive. Anche in questo caso non abbiamo partecipato perché non amiamo la confusione.
Per me Chaves è stata un’inaspettata sorpresa, me ne sono innamorata. La trovo romantica, un po’ fatiscente ed ancora autentica. Consiglio vivamente una visita.
Continua il nostro viaggio in auto per le campagne del nord. Il paesaggio che si mostra dinanzi a noi è bucolico. Molti gli incontri inaspettati per strada, certe volte che ci bloccava per alcuni minuti a motore spento. Riassaporiamo il gusto del “viaggio lento”.

Pitões das Júnias
Non è stata impresa facile arrivare qui anche perché la segnaletica è scarsa, ma credo che alla fine ne sia valsa la pena. Pitões das Júnias è un pittoresco villaggio di poche anime insierito nel magnifico Parque Nacional da Peneda Gerês.
Paesino situato a 1200 metri di altitudine è famoso per la sua cascata, e i vari sentieri per fare trekking, ma sinceramente 100 gradini di legno a scendere e 100 a salire era troppo per le alte temperature trovate.
Se amate camminare potete anche visitare le rovine del Mosteiro de Pitões das Júnias antico eremo del IX secolo passato poi ai Benedettini fino al 1834. Dal 1950 è classificato come Monumento Nazionale.


Prima di proseguire il nostro viaggio abbiamo fatto una deviazione verso Viana do Minho per ammirare la maestosa opera del nostro artista urbano portoghese preferito, Vhils. Non è incredibile cosa ha realizzato sulla diga di Caniçada?

Vilarinho de Negroes
Vilarinho de Negrões, pittoresco paesino edificato su una suggestiva penisola circondata dalle acque della diga Barragem do Rabagão (Montalegre) o, come la chiamano comunemente i portoghesi, Barragem dos Pisões, è definito uno dei paesini più belli e scenografici del Portogallo.
Non ha molto da visitare ma se vi piacciono i paesaggi da cartolina e la calma è una tappa obbligatoria. Quando arriviamo i pochi abitanti, seduti su una panchina fuori ad un baretto, ci guardano straniti. Ci salutano ed un simpatico anziano ci invita a sederci con loro all’ombra visto il caldo afoso della giornata.




Il bello del paesino, oltre la cordialità dei suoi abitanti, è la calma dei suoi vicoletti, la pesantezza delle pietre utilizzate per costruire le pittoresche case e l’acqua che ci circonda come un abbraccio.
Se vi piace la fotografia e l’etnografia vi consiglio anche di acquistare un libro fotografico scritto da due autori francesi della Bretagna, Gérard Fourrel e Gilles Cervera, che si intitola “La mémoire blanche – Negrões”.

Finita la visita, la fame si fa sentire ed attiviamo il nostro consueto radar per il ristorante. Troviamo, per caso, la Taberna Da Eira in zona Parada Montalegre che vi consiglio vivamente per il servizio, il cibo e la vista magnifica dalla terrazza ristorante.


Bragança
Dopo Chaves, Bragança è stata il nostro secondo quartier generale per fissarci ed andare alla scoperta della Terra Quente di questa regione che ci ha completamente incantati e rapiti.
Dormiamo in una casa tipica rinnovata a pochi chilometri da Bragança, la Casa Freixedelo (sconto 30€), più precisamente a Santa Comba de Rossas.


Bragança, capoluogo della regione, è una città che si visita facilmente, non molto grande, con diversi punti d’interesse come: la sua cittadella con castello (che ospita il museo militare) del XII secolo, la cattedrale Sé Velha de Bragança del XVI secolo occupata dai gesuiti, il museo dell’Abade de Baçal (figura emblematica della città), la domus construita nel XII secolo come cisterna (esemplare unico della Peninsula Iberica) e il monastero di Castro de Avelãs costruito dai benedettini nel XII secolo. Ve ne ho già parlato qui.

Vi consiglio anche il negozio che si trova dentro la cittadella (il castello per intenderci) se amate l’artigianato locale e le maschere in legno. Al lato troverete anche un piccolo e prezioso museo sul Carnevale e le maschere locali, imperdibile.

Cosa mangiare a Bragança? Alcuni piatti tipici sono: posta à mirandesa, cabrito branco de Montesinho, feijoada à transmontana, sopa de coelho bravo marinato in vino bianco, rojões à transmontana e, ovviamente, il famoso cozido à portuguesa.

Vinhais
Cittadina storica, fondata nel XII secolo dal re D. Sancho, è situata nei pressi della via militare construita dai romani per collegare Braga-Chaves-Astorga. A Vinhais consiglio di visitare: la chiesa di São Facundo, il convento di São Francisco e il Parque Biológico de Vinhais (PBV). Se doveste visitarla a febbraio vi ricordo che si svolge sempre la Feira do Fumeiro.


Vinhais, infatti, è la capitale del Fumeiro di porco bísaro una razza di maiale portoghese originaria dell’Alentejo ma che, in via di estinzione, è stata recuperata grazie all’associazione ANCSUB.

Sarà anche la capitale, ma noi per riuscire a comprare questa famosa salsiccia affumicata abbiamo fatto chilometri a piedi in città e chiesto a decine di persone dove poterlo acquistare. Morale della favola? Siamo entrati in una macelleria che ne aveva solo 3. No comment!
Per non parlare poi del loro “famoso” couscous. Ho provato più volte a contattare l’Associação TARABELO ma senza aver ricevuto nessuna risposta. Peccato, dovrebbero valorizzare di più per promuoversi.
Per chi mastica il portoghese, o comunque vuole utilizzare il traduttore del computer, vi lascio qui la ricetta.

In zona vi consiglio (se volete rinfrescarvi in acqua) di visitare il ponte da Misarela dall’architettura molto fotogenica, incornicia il balneabile fiume Rabagão, in pieno Gerês, non lontano dalla Barragem da Venda Nova (diga).
Molto suggestivo ma sinceramente, se non volete fare il bagno come noi, non vale la pena il viaggio e nemmeno la discesa a piedi (la salita meno ancora) per arrivare fino al fiume.
Secondo la leggenda locale il ponte fu costruito dal diavolo in persona. Ancora oggi è oggetto di culto e superstizione della popolazione locale, principalmente frequentato dalle donne che voglio avere bambini.

Rio de Onor
A soli 30 minuti d’auto da Bragança, Rio de Onor è un imperdibile paesino mezzo portoghese e mezzo spagnolo (Rihonor de Castilla). Uno degli ultimi paesi ad organizzazione “comunitaria” d’Europa ed eletto una delle 7 aldeias maravilha del Portogallo.
Non so voi ma io sono affascinata dalle frontiere (no quelle chiuse, no quelle politiche e tanto meno quelle mentali) ma quelle degli antichi cartografi, linee poetiche che attingono l’inchiostro dal calamio del mondo con tutte le sue differenze ed uguaglianze che si mescolano in un ipotetico punto di fine ed inizio.


Nei pressi del ponte romano potrete costeggiare il fiume ed arrivare alla frontiera con la Spagna sia quella antica e dopo pochi passi quella moderna.
Questa e molto di più è Rio de Onor. Romantica, pittoresca e tradizionale. Dove non puoi comprare le verdure dell’orto perché coltivano solo per il loro fabisogno giornaliero.
Dove bussando ad una porta si può comprare il miele ancora non filtrato e messo in barattolo al momento e, mentre aspetti, ti danno un favo da succhiare come caramella.
Qui il vero senso di comunità e di condivisione esiste ancora, come il dialetto locale il rionorês, i forni comunitari, i terreni agricoli, le gregi ed i terreni dove possono pascolare. Tutto è condiviso.
Consiglio una passeggiata tra i suoi vicoletti per ammirare le deliziose casette dai balconi di legno tipici e recuperati per il turismo rurale. È facile incontrare ancora le lavandaie, i contadini che seminano o raccolgono nei campi pieni di coloratissimi e divertenti spaventapasseri oppure incontrare gli anziani al bar a bere una birretta gelata.

VILA BOA DE OUSILHÃO
Sarò sincera abbiamo inserito questo minuscolo paesino perché volevo assolutamente cercare un artigiano, Tó Zé Vale, che fabbrica manualmente le famose maschere in legno del carnevale portoghese.
Chiediamo in giro e dobbiamo aspettare che torni da una commissione. La mamma intanto, gentilmente, ci mostra il suo spazio di lavoro ma, visto che noi vogliamo comprare una sua maschera, dobbiamo aspettarlo ed abbiamo fatto benissimo.




Compriamo addirittura la maschera usata dal figlio durante l’ultimo carnevale che potete vedere anche in basso nel video. Lo salutiamo con la promessa di tornare per il prossimo carnevale con 1 kg di farina ed abiti da poter sporcare, proprio come lui ci consiglia.
PODENCE
Piccolo paesino famoso oramai in tutto il mondo per i suoi caretos finalmente entrati nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità per l’UNESCO ma noi ce ne innamoriamo molto prima al punto di andare a visitare il piccolo paesino che ospita il ricco museo dedicato a queste maschere carnevalesche. Pare sia il carnevale più genuino ed autentico di tutto il Portogallo.


È possibile vederli in azione durante la celebrazione del carnevale (Entrudo), di origine pagana, chiamato la Festa dos Rapazes e os Caretos. Un rituale profano che consiste in scherzi organizzati dai ragazzi del paesino, alle giovani ragazze non sposate, mascherati da Caretos de Podence.
I colori degli abiti sono vivi, le maschere in legno dalle sembianze demoniache e il tutto decorato con assordanti campanacci. Ho in programma di scrivere un articolo dedicato esclusivamnete a queste maschere e al carnevale del nord del Paese ma dovrete pazientare.

Mirandela
Lasciamo i colorati caretos ed arriviamo a Mirandela, famosa per i suoi insaccati non per nulla è stata eletta una delle Sette Maraviglie Gastronomiche del Portogallo.
Noi arriviamo con la pioggia ma non ci scoraggiamo e ci fiondiamo subito nei vari negozi enogastronomici del centro storico. Facciamo praticamente la spesa per la sera tra formaggi, insaccati, pane cotto in forno a legna, miele locale e vino naturalmente.
Il cielo intanto si riapre e noi approfittiamo per fare una visita della città. Cosa consiglio? Il ponte vecchio (pedonale) costruito nel XVI secolo con tanto di panchine per riposarsi ed ammirare il fiume che scorre lento sotto di voi.
Girovagando per il centro vi troverete dinanzi la Porta de Santo António chiamata anche l’Arco Medieval. resti dell’antica muraglia della città. Da non perdere il quartiere medievale di São Miguel e di Santa Luzia, con le tipiche e strette stradine.

Se avete ancora energia, vi consiglio di salire fino al Palácio dos Távoras, costruito nel XVII secolo sulla zona più alta della città e che vi donerà una bellissima vista dall’alto.
Per concludere consiglio una visita rinfrescante al Parque Império, un giardino con tanto di fontana, statue ed un anfiteatro con vista privilegiata sul fiume.
QUINTA DO ROMEU
Lunga la strada di ritorno da Bragança verso Lisbona facciamo una deviazione verso la famosa e storica QUINTA DO ROMEU, dove decidiamo anche di fermarci a pranzo al famoso Restaurante Maria Rita, visitare il piccolo ma ricchissimo ed imperdibile museo e fare shopping enogastronomico nel suo adorabile negozietto.
La Quinta do Romeu nasce dalla visione di Clemente Guimarães Menéres che all’età di 15 anni va a vivere a Rio de Janeiro e si fa le ossa, per così dire. In età adulta apre una società per esportare i prodotti portoghesi (vino, conserve e sughero). Fu lui a creare la prima fabbrica per le conserve e la creazione di tappi di sughero del Portogallo.
Nel 1874, a 31 anni, parte a cavallo verso Trás-os-Montes per acquistare alberi da sughero. Innamorato del luogo e della ricchezza di materie prime indispensabili per le sue società, fonda la Quinta do Romeu. Crea un vero e proprio impero.
Arrivati, parcheggiamo l’auto al lato del ristorante. Il luogo sembra uscito da qualche racconto di libri per bambini. La quinta è come un piccolo borghetto di una decina di case.
Prima di pranzo (vi conviene prenotare anche durante la settimana, è sempre pieno) decidiamo di visitare il piccolo ma ricchissimo museo. È la collezione della famiglia, tra carrozze d’epoca, macchine da scrivere, apparecchiature fotografie e cinematografie, ed altro ancora per soli 2€ abbiamo fatto un salto nel passato.

Restaurante Maria Rita, un po’ di storia
“Cheguei à povoação do Romeu às 4 horas da tarde do dia 18 de Maio de 1874. Procurei uma estalagem e encontrei a única que lá existia e que era da Sr.ª Maria Rita que, por signal, nada tinha que nos dar de comer. Mandei então assar bacalhau, acompanhado, a primeira vez para mim, de pão negro de centeio.“
Em Clemente Menéres “40 Anos de Trás os Montes”, 1915.
Clemente Menéres arriva al villaggio Romeu alle quattro del pomeriggio del 18 maggio del 1874. Stanco del viaggio cerca una locanda dove poter mangiare e riposare. Ne esiste solo una, quella della signora Maria Rita.
Purtroppo non aveva nulla da fargli mangiare. Non scoraggiandosi, Clemente le fa lessare un baccalà accompagnato da pane nero di segale. Da quel momento nasce un riferimento gastronomico in Portogallo.
La signora Maria Rita non c’è più e nemmeno Clemente ma nel 1966, Manoel Menéres (figlio di Clemente) restaura tutta la proprietà e ricrea quell’atmosfera di altri tempi in memoria del padre.
Quinta do Romeu / Estate: 5370-620 Romeu, Mirandela. Tel. (+351) 278 939 133. info@romeu.pt
Il nostro viaggio tra le terre di Trás-os-Montes si conclude qui, spero vi sia piaciuto viaggiare virtualmente con noi. A presto per un nuovo viaggio #inportogalloconlilly.
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Che voglia di partire! Che viaggione!
Il Portogallo è tutto da scoprire. 😉
Bellissimo reportage Lilly! Che terra stupenda e che persone vere!
….e anche se non è periodo domani vado al mercatino a caccia di fiori di zucca, da noi si chiamano “pizzelle di sciurilli” e creano assoluta dipendenza! 😛
Non dirlo a me, sono in piena crisi di astinenza. 😉
Fammi sapere se poi li trovi, io li cercherò disperatamente in qualche orto prima che li buttino via @_@
Buona domenica!
Quante cose avete visto! Ad ogni tappa ho pensato: questa è senza dubbio la più bella, e ora invece mi sa che sono tutte bellissime – impossibile fare una classifica.
Peccato che nella capitale della salsiccia ne avessero solo tre: che strano modo di promuovere una razza e un prodotto!
Ti capisco, quando pianificai il viaggio, fu difficile per me fare una selezione di località da visitare. Sicuramente torneremo per scoprire altre curiosistà di questo Portogalo bucolico.
Quando esci dalle grandi città è difficile che tu veda una buona promozione territoriale. Io nel mio piccolo cerco di far conoscere le loro preziosità ma non è sempre facile.