Minho la regione più al nord del Portogallo confinante con la Galizia. Una regione montagnosa famosa per il vino verde e le sue tradizioni millenarie. Per scoprirla abbiamo organizzato un viaggio in auto di una settimana, tra le varie località scelte, di cui vi parlerò presto, Viana do Castelo ci è rimasta nel cuore. Una città conosciuta per gli abiti colorati delle donne, il ponte ferroviario di Gustave Eiffel e una nave ospedale che soccorreva i pescatori di merluzzo nei mari del nord. Pronti a scoprirla insieme?

Viana do Castelo è una ridente cittadina bagnata dalla foce del fiume Lima, porta aperta sull’oceano Atlantico, ricca di storia e curiosità come la chiesa barocca nella quale è conservata l’immagine di Nossa Senhora da Agonia (la Madonna dell’Agonia, che potremmo tradurre in Maria Addolorata).
Sapete perché si chiama così? Per l’angustia (agonia) provata dai pescatori e i loro familiari ogni volta che le barche tornavano dalla pesca. La Vergine è invocata contro i pericoli dei naufragi ed è un culto che risale al XVIII secolo.
Il 20 agosto è organizzata una processione “marina” molto suggestiva (purtroppo quest’anno cancellata a causa del Covid-19) durante la quale l’immagine della Madonna esce dalla chiesa, percorre le vie della città tutte ornate con tappeti di fiori per arrivare fino al mare. Il corteo continua in barca.
Per ora lasciamo da parte le agonie e proviamo a riassumere un itinerario per la visita della città in una giornata, proprio come abbiamo fatto noi.
COSA VISITARE
La città si visita facilmente a piedi, è tutta pianeggiante tranne la collina su cui fu edificato nel 1898 il tempio del Sacro Cuore di Gesù, chiesa di architettura revivalista, progetto di Ventura Terra.

Arriviati a Viana do Castelo ci attendeva un’isolita nebbia estiva che proveniva dall’oceano. Lasciamo l’auto vicino al forte di Santiago, che proteggeva l’entrata del porto nel sec. XVI, quasi invisibile. Ci diriggiamo verso le vie del centro storico, che in questi giorni erano tutte addobbate a festa con le finestre decorate con temi marini in omaggio alla Madonna Addolorata.

Come anticipavo, la città è abbastanza accessibile per tutti, di seguito potete studiare la cartina con un percorso accessibile. La pavimentazione del centro storico, in cui si trova la maggior parte dei luoghi di interesse turistico, ha una corsia centrale in lastre di granito con poca inclinazione che facilitano la mobilità di sedie a rotelle. Maggiori informazioni qui.

Arriviamo in pochi minuti a piedi alla Praça da República, il cuore della città, dove potrete ammirare il palazzo della Misericórdia, la fontana cinquecentesca opera del maestro scalpellino João Lopes “il vecchio” e gli antichi Paços do Concelho (palazzi municipali). Non lontano potrete visitare la Sé la cattedrale di stile romanico. La chiesa, originariamente dedicata al Divino Salvatore, solo più tardi venne consacrata al culto mariano, ed ha come protettrice Santa Maria Maggiore.

Entrando non si può restare indifferenti alla raffinata decorazione e le tombe con stemmi nobiliari. Fra le varie cappelle, si distingue quella del Senhor Jesus dos Mareantes, della Confraria dos Mareantes (Confraternita dei Naviganti), che conserva una serie di notevoli opere artistiche, fra le quali un’immagine del Cristo Morto acquistata in Inghilterra nel 1593, paramenti milanesi del XVII secolo e una lapide con data del 1404 ornata con simboli astronomici, probabilmente proviente da una precedente cappella eretta dai “lupi di mare”.

Viana do Castelo non è solo ricca di palazzi signorili ma anche di musei come il Museu do Traje dedicato ai magnifici costumi colorati e diversi oggetti d’oro, specialmente filigrana. Localizzato nel cuore del centro storico della città è stato allestito nell’edificio dell’ex Banco de Portugal. Se anche voi amate l’artigianato ed i magnifici capi indossati dalle donne non potete perdere la visita di questo museo che espone anche gli utensili utilizzati per la lavorazione artigianale dei capi.

Interessante anche il museo municipale istallato nel Palacete dos Barbosa Maciel (XVIII secolo) un imponente maniero del XVIII secolo. il museo ospita una delle più importanti e preziose collezioni di maioliche portoghesi dal XVII al XIX secolo. Nel suo interno spicca la bellissima collezione di mobili indo-portoghesi del XVIII secolo. In questo spazio è anche possibile scoprire una collezione di azulejos portoghesi e ispano-arabi.

Il Palacete dos Barbosa Maciel non è l’unica perla architettonica di Viana do Castelo, lo sapevate che la cittadina è considerata anche una “Mecca dell’Architettura”? Proprio grazie a importanti nomi dell’architettura portoghese contemporanea ne hanno progettato infrastrutture e spazi. Volete qualche esempio? La Praça da Liberdade di Fernando Távora, la Biblioteca di Álvaro Siza Vieira, l’ostello della gioventù di Carrilho da Graça, l’Hotel Axis di Jorge Albuquerque e il Centro Cultural de Viana do Castelo di Souto Moura, giusto per citarne alcuni.
Una delle sue perle, come scrivevo all’inizio, è la sua basilica di Santa Luzia del XX secolo. ll tempio del Sacro Cuore di Gesù fu edificato sul monte Santa Luzia. Da lì domina la città e dona una vista magnifica sopratutto al tramonto. L’architetto Miguel Ventura Terra fu l’autore di questa magnificenza oltre a ristrutturare il Palazzo di São Bento (attualmente assemblea della Repubblica) di Lisbona. Purtroppo non vide mai la sua baislica aperta perché il tempio fu aperto al culto il 22 agosto 1926, dopo la sua morte, e fu completato solo nel 1943.
Non so voi ma io amo l’artigianato, quello vero, e cerco sempre durante i miei viaggi di contattare un* artista o un* artigian* per saperne di più e fare qualche acquisto autentico e non made in China (non ho nulla contro i cinesi attenzione). A Viana do Castelo ho contatto l’atelier Marta Prozil che conoscevo come nome e sopratutto il suo lavoro di preservazione di antiche tecniche.

L’artigiAnato di Marta Prozil
L’appuntamento è fissato alle 15, ci attende la figlia di Marta, Mónica. Ci mostra diversi capi realizzati a mano, i magnifici abiti tradizionali super colorati delle donne della campagna resi famosi dalle feste annuali. Spaziamo dal ricamo di Viana (finalmente certificato), alla filigrana, ai cesti, alle decorazioni e molto altro.
L’Atelier Marta Prozil è un vero scrigo di tesori dedicato all’artigianato locale. Mónica ci spiega la storia di ogni oggetto che scelgo accuratamente nel suo atelier. Un racconto che ho filmato naturalmente e che presto pubblicherò nel mio canale Youtube.

Prima di lasciare l’atelier di Marta e sua figlia Mónica voglio farvi vedere qualche chicca che ho trovato nel suo interno. Vendono anche i magnifici fazoletti degli innamorati. Li sonoscete? Ve ne parlai qui.


Se anche voi volete visitare l’atelier ed acquistare qualche ricordo di viaggio unico basta recarvi in Rua Grande, 17 a Viana do Castelo.
Dite la verità, vi ho fatto stancare con tanti luoghi d’interesse da visitare? Direi che possiamo goderci una pausa in uno dei tanti caffè con terrazze che si trovano nel centro storico. Noi abbiamo optato per una pasticceria storica del 1915 che si chiama Pastelaria Dantas dove abbiamo mangiato i famosi broa de mel (che io adoro, se mi seguite su Instagram li avrete visti nelle mie storie).

Dopo la pausa non avete più scuse e si può riprendere la visita della città. È il momento di salire a bordo, il capitano ci ha dato già il permesso. Saliamo sulla nave ospedale Gil Eannes. Una nave costruita nei cantieri navali di Viana do Castelo per servire da supporto alla pesca del merluzzo e per prestare soccorso medico in alto mare. Oggi l’ancora è fissata nel porto di pesca in memoria delle tradizioni marinare e di costruzione navale della città. Salite con me?
La nostra visita della nave gil eannes
Visitando il centro storico di Viana do Castelo è impossibile non vederla attraccata al porto. Una magnifica nave tutta bianca che di storie ne ha da raccontare. Una nave che nasce allo scopo di prestare soccorso e servizio medico ai pescatori di merluzzi nei mari del nord. Ebbene sì, ancora di baccalà si tratta.
Dopo avervi parlato in varie occasioni del re della tavole portoghesi e raccontanto un po’ della sua storia, posso solo dirvi giusto per rispolverare la vostra memoria che tutto cominciò quando il re portoghese D. Dinis decise di stipulare un trattato con il re dell’Inghilterra per fargli mangiare il baccalà. Ma questa è un’altra storia, torniamo alla nave.

Appena arrivati, prima di entrare ci forniscono dei guanti in plastica (nuove regole a causa del Covid-19). La biglietteria è anche un piccolo negozio con delle preziosità, noi acquistiamo un libro che racconta tutta la storia della nave con delle foto d’epoca stupende, alcune delle queli esposte nei corridoi del percorso della visita.

La visita è orientata con delle frecce che indicano il percorso da seguire. Durante la visita scopriamo che la nave in origine si chiamava Lahneck e faceva parte della compagnia tedesca “Deutsche Dampfschiffarts GeselIschaft Hansa” (non chiedetemi di pronunciarlo). Fu ribattezzata Gil Eanes, nome epico in Portogallo.
Fu un uomo, oriundo di Lagos in Algarve, che sfidò i mari con una semplice barca passando nel XV secolo il Cabo Bojador che si riteneva fosse la fine del mondo. Sapevate che questo personaggio ispirò anche la penna della mia amata poetessa portoghese Sophia de Mello Breyner Andresen? Si tratta del libro O Bojador. Per non parlare poi di Fernando Pessoa, nel suo libro Mensagem scrive del Cabo Bojador:
Valeu a pena? Tudo vale a pena
Se a alma não é pequena.
Quem quer passar além do Bojador
Tem que passar além da dor.
Deus ao mar o perigo e o abismo deu,
Mas foi nele que espelhou o céu.


Dopo questo momento poetico torniamo alla visita della nave che fu inizialmente utilizzata per il trasporto delle truppe militari durante la guerra e in seguito il trasporto marina di merce e passeggeri. Quando decisero di utilizzarla come nave ospedale dovette ricevere alcune modifiche in Olanda e il 16 maggio del 1927 era finalmente pronta per salpare verso Terra Nova. Durante il regime (risultante dalla rivoluzione del 28 maggio) fu utilizzata come trasportatrice di prigionieri e solo nel 1937 potrà ripartire verso i mari del nord.
La visita ci cattura per oltre due ore, forse siamo noi troppo avidi di informazioni ma è tutto così interessante. Dopo una prima parte che illustra la storia della nave, riassunta in poche righe poc’anzi, si passa al piano “ospedale” (come lo chiamo io), quasi vi dimenticherete di essere su una nava se non fosse per le numerosissime scale dai gradini alti e gli stretti corridoi.

È un ospedale vero e proprio con le stanze dei degenti, l’infermeria, la farmacia, la lavanderia, il dentista, la sala delle radiografie, l’ascensore per le barelle e la sala operatoria. La più impressionante. Ho cercato di immaginare medici ed infermieri che operavano mentre la nave solcava le alte onde dei mari del nord, quasi svenivo al pensiero.
Sala degenti Sala gioco Stanza infermieri Sala dentista Sala operatoria
VI potrà sembrare strano ma quello che oggi mi emoziona di più, ricordando la visita, non sono tanto le sale e le ricostruzioni fino ai minimi dettagli dei compartimenti e le varie sale ma i piccoli ed insignificanti, per gli occhi meno attenti, oggetti di vita quotidiana dei pescatori accuratamente esposti nella sala museo della nave.
Guardare le foto dei volti di questi uomini che hanno sfidato le tempeste ed i continui capricci delle fredde acque del nord solo per portare sulle nostre tavole il famoso merluzzo… chiniamo il capo in segno di grande rispetto.

Non voglio svelarvi l’intera esperienza che abbiamo vissuto altrimenti poi non organizzerete una visita. Vi consiglio, vista la situazione attuale, di prenotare una visita. Troverete tutte le informazioni qui.


Scendiamo la passerella della nave, continuiamo ad ammirarla dalla banchina del porto immaginando tute le volte che quelle corde son state mollate in acqua per farla partire verso il nord. Una storia a tratti triste, di sofferenza e arduo lavoro sia dei pescatori che del personale sanitario. Una storia che si può leggere e respirare in ogni angolo del gigante bianco.

È così che voglio salutarvi con il suono della nave che salpa e la promessa di tornare in questa cittadina del nord del Portogallo. Presto un nuovo articolo del nostro viaggio verso il nord del Paese. Alla prossima.
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Trovo che sia una lodevole iniziativa quella di preservare l’antico artigianato locale, oltre che una visita molto interessante quella della nave! Che a proposito, bella la tua definizione di gigante bianco, fa molto Moby Dick 😉 I fazzoletti degli innamorati cosa sono… bavagli per tappare la bocca agli uomini quando parlano troppo? 😛
Sapevo che la nave t avrebbe stuzzicato, ricordi? Te lo avevo anticipato. 😉
Il bavaglio potrebbe esser utile ma l’uso è più romantico, leggi qui https://lillyslifestyle.com/2019/03/15/tradizioni-in-portogallo-il-fazzoletto-degli-innamorati
Buon fine settimana!
Nella foto hai la mascherina ma si vede chiaramente la tua felicità perché i tuoi occhi parlano! Deve essere stata una giornata stupenda, tra le vie di questa cittadina non troppo grande ma con tante cose da vedere, per finire con la visita alla nave ospedale. Mi piacerebbe tanto visitarla!
Sono felice che sia riuscita a far trasparire la mia gioia. Sembravo una bambina in un negozio di giocattoli. 😉
Se dovessi (spero di sì) venire un giorno da queste parti, sicuramete ti consiglio uno visita di Viana do Castelo.
Buon fine settimana!