pico arcipelago azzorre

AZZORRE: cosa fare sull’isola di pico

Pico, l’isola più fotogenica e giovane dell’arcipelago delle Azzorre. Chiamata la Terra Negra fu anche la più temuta in passato sia per il suo aspetto e sia per il suo imponente vulcano, la montagna più alta dell’intero territorio portoghese.

alle azzorre con lilly isola pico

Consentitemi di dire che finora, dopo aver già visitato Terceira e São Miguel, l’isola di Pico è la mia preferita. Trovarmi su un’isola dove il vulcano predomina e affaccia sul mare, anzi l’oceano, mi riporta in Patria: la mia amata Napoli.

Appena atterrati quello che mi ha colpito di più è l’odore. Tolta la mascherina ho subito avvertito il profumo salmastro dell’oceano. Il sale, le alghe, un’esperienza olfattoria incredibile.

come arrivare a pico

COSA FARE SULL’ISOLA

Quello che spesso si pensa è che a Pico si possono solo organizzare trekking o scalare il monte Pico fino alla famosa punta Piquinho ma non è così. Per chi non pratica questi sport, come noi, può tranquillamente organizzare tre o quatro giorni sull’isola e riempire facilmente le giornate di attività.

cosa fare a pico azzorre

FOTOGRAFARE BALENE E DELFINI

Sapevate che Pico è il luogo più indicato per vedere le balene e i delfini? In alcuni periodi dell’anno anche le orche. Noi abbiamo organizzato un giro con gli skipper di Espaço Talassa una delle referenze sull’isola.

Nel 1987, l’ultimo capodoglio è stato catturato a Lajes do Pico. Dall’incontro tra un ex baleniere “João Vigia” e il marinaio Serge Viallelle nel 1989 nasce Espaço Talassa. Dalla loro comune passione nacque il primo progetto delle Azzorre per proteggere l’ambiente marino ed educare il pubblico: “Delfini, Balene e uomini” si chiamava e nasce ufficialmente nel 1991.

cosa visitare Lajes do Pico

La nostra navigazione è durata 3 ore e siamo stati fortunatissimi con gli avvistamenti, il beltempo e mare calmo. Abbiamo avvistato la balena Globicephala, il capodoglio, il delfino risso o delfino mugnaio e i delfini comuni.

Alla fine del nostro tour abbiamo fatto una riunione finale durante la quale ci hanno rispiegato le specie avvistate e ci hanno anche regalato un certificato con tanto di lista delle specie locali e quelle da noi avvistate. Lo consiglio vivamente.

Premetto che sono rispettosi degli animali: non li disturbano e si mantiene sempre la distanza di sicurezza per loro e per noi. I delfini invece, curiosoni, sono loro che si avvicinano e offrono uno spettacolo emozionante.
Non ho molte foto perché ho filmato tutto il tempo e presto pubblicherò sul mio canale Youtube il video dei nostri incontri ravvicinati.

balene azzorre isola pico
Foto: ESPAÇO TALASSA

[Presto il video]

Conclusa la navigazione vi consiglio di visitare il Museo della caccia alle balene. Qui troverete la documentazione relativa all’arcipelago, ai cetacei che frequentano le acque delle Azzorre, una biblioteca specializzata, una videoteca, le statistiche di osservazione e le informazioni sui diversi progetti di ricerca in corso.

E se la fame si fa sentire, è sicuro, consiglio il ristorante Ritinha a pochi passi dal museo. Provate il barracuda e i gamberi, entrambi deliziosi. Da bere? Un calice di Terras de Lava ovviamente.

VISITARE LA GRUTA DAS TORRES

Gruta das Torres si chiama la galleria scavata dalla lava e identificata come la più lunga dell’intero arcipelago delle Azzorre con i suoi 5 chilometri di lunghezza ma solo 450 metri visitabili. La Gruta das Torres è un Monumento Naturale Regionale situato a Criação Velha, nel comune di Madalena.

La Gruta das Torres è stata scoperta nel 1990 e fu originata dalla lava di un’eruzione vulcanica in un luogo conosciuto come Cabeço Bravo circa 1500 anni fa. Fa parte del Complesso Vulcanico del Monte Pico.

L’interno della Gruta das Torres è molto ricco di formazioni geologiche, con diverse strutture, come stalattiti, stalagmiti di lava, pareti scanalate, panchine laterali e palle di lava. Anche il fondo della grotta presenta caratteristiche interessanti e variegate, come una superficie ruvida, spinosa e poco regolare.

La visita dura circa 1 ora ed è svolta con la sola luce delle pile elettriche fornite all’inizio della visita. È un’esperienza da fare sicuramente se verrete sull’isola ma non la consiglio a chi soffre di claustrofobia perché uno dei momenti più emozionanti della visita è quando spegniamo tutti le torce e nel buio completo ascoltiamo la sinfonia di gocce che cadono sulla pietra lavica.

gruta das torres isola pico azzorre

PROVARE VINI VULCANICI

L’isola di Pico vanta una vigna molto ma molto particolare. Le sue uve crescono su pietra lavica e sono uniche tanto che l’Unesco le elesse nel 2004 patrimonio dell’umanità. Sapevate che mettendo in fila tutti i muretti di pietra lavica della zona identificata come patrimonio dell’umanità potreste fare due volte il giro dell’Equatore? Incredibile, vero?

La storia del vino e del popolamento dell’isola coincidono e risale al 1427 e sin da allora sulla Terra Negra (così veniva identificata l’isola deserta di Pico) si coltiva la vigna che è stata protagonista del nuovo episodio della mia serie web di “Portogallo in un bicchiere” dedicato per l’appunto ai vini vulcanici dell’Azores Wine Company (video in basso).

vigne su lava pico azzorre

La cantina nasce il 3 aprile del 2014 dall’idea di tre soci: Filipe Rocha, Paulo Machado e l’enologo António Maçanita e si trova sulla costa nord dell’isola, vicino al Cais do Mourato, nel mezzo del paesaggio vinicolo dell’isola di Pico – Patrimonio dell’Umanità.

La loro missione è recuperare un vitigno in via di estinzione, promuovere i vini dell’isola, la gastronomia e il turismo nelle Azzorre. I vitigni dell’isola sono vari ma tre sono gli autoctoni. Il Terrantez do Pico è una delle tre varietà autoctone esclusive delle Isole delle Azzorre così come il Verdelho e l’Arinto dos Açores da non confondere con l’omonimo vitigno della regione vitivinicola di Lisbona a Bucelas. Sono due vitigni diversi.

VISITARE MUSEO DEL VINO

A Madalena, la città più grande dell’isola, ospita il Museo del Vino. Una visita a questo museo è d’obbligo per chiunque voglia conoscere un po’ o tutto sui vini di Pico. I vini Pico sono sempre stati molto apprezzati, fin dai tempi degli zar, e Pico esportava vino in tutte le parti del mondo.

Vale la pena conoscere la storia del vino Pico e la sua importanza per lo sviluppo dell’isola. Installati nell’ex Casa Conventuale delle Carmelitane, gli edifici del museo ospitano la cantina e l’alambicco, oltre a diversi spazi espositivi, alcuni interattivi, e persino un negozio.

Lasciati incantare dai vigneti, dalla vista e dalla magnificenza delle dracene secolari.

museo del vino pico azzorre

BERE UN CAFFÈ NEL BAR PREMIATO COME EDIFICIO DELL’ANNO 2016

Un salto al Cella Bar è imprescindibile se siete sull’isola. Oltra alla sua vista privilegiata sull’oceano, la piscina naturale e l’isola di Faial, nel 2016 ha ricevuto il premio come Edificio dell’Anno per la rinomata rivista Archdaily, piattaforma dedicata all’architettura. Niente male, vero?

Il Cella Bar non è solo un bar, è anche un ristorante. Ma ciò che cattura davvero l’attenzione è la sua incredibile architettura, igià stata pubblicata su diverse riviste in tutto il mondo. Situato nel villaggio di Madalena, all’estremità occidentale dell’isola di Pico, Cella Bar è uno degli edifici più affascinanti del mondo. L’edificio è stato progettato dallo studio FCC Arquitetura e Paulo Lobo.

imperdibile isola pico azzorre
imperdibile isola pico azzorre
imperdibile isola pico azzorre

PERCORRERE I CURRAL DI PIETRA LAVICA

In pieno patrimonio dell’umanità potrete percorrere chilometri di percorsi tra i muretti di pietra lavica che proteggono le vigne dai venti salmastri dell’oceano. Un paesaggio unico che vi lascerà a bocca aperta.

beRE un lajido, il vino liquoroso dell’isola, NEL MUSEO DELLA VIGNA

Il vino Lajido è prodotto sull’isola di Pico, nelle Azzorre. Questo vino liquoroso è un discendente diretto del famoso “Verdelho” che portò il nome dell’isola di Pico sulle tavole più squisite d’America e d’Europa, alla corte degli Zar di Russia.
Presenta un colore dorato intenso. Ha un profumo vinoso particolare e complesso. Noi lo abbiamo provato nell’imperdibile museo del vino (istallato in un’antica adega di produzione vinicola) nell’omonima località Lajido.

cosa visitare a pico azzorre

Da non perdere il centro interpretativo (CENTRO DE INTERPRETAÇÃO DA PAISAGEM DA CULTURA DA VINHA DA ILHA DO PICO) nell’omonima località, Lajido do Pico, l’entrata costa 3€/persona e include una degustazione (prezzo in vigore nel mese di settembre 2021).

Installato nel cuore del nucleo di Lajido de Santa Luzia, il Centro di interpretazione del paesaggio del vigneto dell’isola di Pico nasce dalla riabilitazione di un vecchio magazzino, costituendo un punto di partenza per la comprensione del patrimonio culturale della regione, essendo stato classificato come Patrimonio dell’Umanità nel 2004.

In questo spazio il visitatore può guardare un breve documentario sul Paesaggio della Cultura del Vigneto e raccogliere informazioni sulla sua produzione.

SALIRE SULLA CASA DA MONTANHA E TREKKING

Noi siamo saliti fino alla Casa da Montanha ma non abbiamo fatto trekking o scalata. Lo inserisco in lista perché è una delle cose da fare assolutamente sull’isola se amate il trekking e la montagna. Alla casa si arriva comodamente in auto, comodamente se non beccate la fitta nebbia (in tal caso eviterei perché la strada è stretta e con molte curve).

Casa da Montanha è una tappa obbligatoria sul Monte Pico. Il suo obiettivo principale è quello di supportare coloro che vogliono scalare la montagna ed effettuare la loro registrazione e controllo.

Il percorso consiste nella salita al Piquinho (Pico Pequeno o Topo da Montanha), con partenza e arrivo alla Casa da Montanha, a circa 1200 m di altitudine. Sono circa 3,8 km e un dislivello di 1150 m. Sia la salita che la discesa hanno una durata media di circa tre o quattro ore.

Potete anche scegliere di salire solo a Furna Abrigo, con una durata di 45 minuti e una lunghezza di 1000 m. Alla fine della discesa è obbligatorio recarsi alla Casa da Montanha per informarli della fine del vostro percorso. Maggiori informazioni.

salire sul monte isola pico azzorre
salire sul monte pico azzorre
salire sul monte pico azzorre
salire sulla montagna pico

DORMIRE IN UN’ANTICA ADEGA RESTAURATA

Premetto che questo non è un articolo sponsorizzato quindi le attività proposte sono state pagate di tasca nostra. Detto questo vorrei consigliare di dormire nell’Adega Stone Dreams, un’antica adega dell’isola restaurata e trasformata in una deliziosa casetta, completamente accessoriata, con patio vista oceano.

Localizzata al sud dell’isola nella località di Calheta de Nesquim, al sud dell’isola, localizzazione ideale per avvistare le balene, viste anche da lontano dal patio della casetta. C’è anche un simpatico baretto e un piccolo museo gratuito sulla pesca alle balene nel porticciolo dei pescatori della località. È stato il nostro primo brindisi appena atterrati.

Dawn e Nelson, i proprietari dell’alloggio, sono due persone deliziose che ci hanno fatto sentire a casa nostra. Lei canadese lui picaroto (dell’isola di Pico) hanno trasformato l’antica proprietà di famiglia in un piccolo borghetto di pietra lavica vista mare.

Nelson è anche pescatore e più di una volta, tornato dalla pesca, ci ha fatto provare il pesce pescato e cotto al BBQ da lui stesso. Ve lo consiglio vivamente se volete un po’ di pace dopo il vostro girovagare sull’isola. Unico “rumore” il verso notturno dei cagarros, animali tipici dell’isola. Quando li sentirete, riderete.

dove dormire sull'isola pico azzorre

Siamo giunti alla conclusione di questo articolo, spero che i consigli che ho condiviso con voi possano esser utili per l’organizzazione del vostro viaggio all’isola di Pico. Se avete domande non esitate a scrivermi nei commenti in basso.

Ora non mi resta che salutarvi. Ciao, alla prossima!

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5 pensieri su “AZZORRE: cosa fare sull’isola di pico

  1. Quante belle foto Lilly, trovo che questo posto abbia dei colori bellissimi, sia all’aria aperta sia sottoterra! E in più profuma di oceano come dici. A questo uniscici il gusto del vino e del caffè, insomma una vera esperienza multisensoriale. Il Cella Bar è fighissimo, la vista con il mare e la tazzina (ho fatto zoom sulla schiuma, è perfetta), potrebbe passare tranquillamente per una foto scattata a Napoli, hai ragione dev’essere stato un posto familiare per te. Io adoro i muretti a secco, questi realizzati con pietra lavica sono particolarissimi… non è che ci si potrebbe costruire un bel cottage? *_* Complimenti ancora per le foto, ora vado a cercare il verso dei cagarros su Youtube 😛

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