Tornano i nostri viaggi alla scoperta di un Portogallo più autentico, sconosciuto dal turismo di massa, un Portogallo fatto di volti, tradizioni e natura.
Oggi voglio portarvi con me alla scoperta di Góis e dei suoi villaggi di scisto molto diversi da quelli già visitati qualche anno fa qui sul blog e sicuramente meno conosciuti.

POSSIBILE ITINERARIO
GÓIS – AIGRA VELHA – AIGRA NOVA – VILA NOVA DE POIARES
Partiamo un venerdì da Lisbona e in meno di 3 ore di viaggio arriviamo a Góis, un paesino da cartolina con il suo ponte di pietra che aiuta ad attraversare il fiume Ceira.
Il paesaggio è imponente, dominato da montagne della Serra do Penedo con 1043 metri di altitudine. Meta ideale per chi ama il trekking e un turismo più rurale, oppure, chi vuole rilassarsi sulle sue spiagge fluviali molto note in questa zona. E poi c’è nuovamente lei, la storica N2 (Nacional 2) la strada definita la Route 66 del Portogallo (ve ne ho già parlato qui).
GÓIS
A Góis la prima tappa da fare è sicuramente l’ufficio del turismo dove si possono reperire diverse informazioni su cosa visitare e fare nei dintorni. Non dimenticate, se state facendo la N2, di farvi mettere il timbro sul passaporto della nazionale.
COSA VISITARE: il ponte reale, punto di partenza perla visita; la chiesa madre con la tomba D. Luís da Silveira citata anche da Saramago nel suo “Viaggio in Portogallo”; la chiesa della Misericordia; la cappella del castello, la miglior vista panoramica su Góis; la cappella del martire São Sebastião. Nei dintorni si consiglia la visita alla Pedra Letreira, ma attenzione si arriva solo a piedi o con un 4×4.



Góis si visita in un’oretta, noi siamo capitati a pranzo e quindi abbiamo approfittato per una sosta dalla pioggia, purtroppo è cominciata proprio quando siamo arrivati.
Se anche voi doveste arrivare a pranzo vi consiglio la trattoria O Silvério che si trova in Av. Engenheiro Augusto Nogueira Pereira, 3. Abbiamo mangiato molto bene e speso meno di 20€ in due (2 piatti del giorno, vino, caffè e dolce).
Riprendiamo l’auto per recarci a Aigra Nova, il primo dei tre villaggi di scisto di Góis e anche il luogo dove pernotteremo (Casa do Gato che consiglio vivamente).
CONSIGLIO: prima di lasciare Góis provate le Gamelinhas nella Padaria Pastelaria Kentidoce, un dolce tipico di Góis a forma di trogolo a base di castagne, noci, miele e cannella.

AIGRA NOVA
Con un tessuto urbano semplice, costruzioni basse tutte di scisto, Aigra Nova è divisa in tre piccole strade che la attraversano e ospita una sola abitante così come gli altri tre villaggi di scisto che compongono il quartetto di Góis: Comareira, Aigra Nova, Aigra Velha e Pena.
Aigra Nova è anche il più visitato dei villaggi grazie a un progetto di recupero della memoria storica del luogo e l’apertura dell’Eco-Museo delle Tradizioni di Scisto (così si traduce in italiano il suo nome) diviso in vari centri espositivi.







IL MUSEO
Devo ammetterlo, è uno dei musei etnografici più interessanti che ho visitato finora, un museo che fa rivivere un viaggio incredibile nel tempo attraverso la memoria storica dei suoi abitanti e la natura ancora selvaggia della Serra da Lousã. Uno sguardo particolate sulle esperienze e le tradizioni di questi villaggi di scisto immersi nel verde.






Il museo ha anche un interessante negozietto che vende prodotti tipici, dall’enogastronomia all’artigianato come le maschere del carnevale rurale di Góis.
NEI DINTORNI
Amando l’artiginato e collezionando le maschere del carnevale portoghese, quello rurale, siamo andati a caccia dell’artigiano più famoso della zona José Cerdeira (conosciuto come Zé do Casalinho) che fabbrica maschere tradizionali con la corteccia delle quarce da sughero.
Lui vive a Casalinho de Baixo e quando siamo arrivati ci ha invitato nel suo atelier e ci ha mostrato tutte le opere che ha creato per diletto. Il suo garage sembra un negozio di giocattoli di altri tempi, molti dei quali così bizzarri da sembrare surreali.


Ma torniamo al villaggio di scisto. Aigra Nova offre anche una serie di attività interessanti, organizzate da Lousitânea, come quella a cui abbiamo partecipato: un pranzo conviviale dove il cibo lo abbiamo quasi completamente preparato noi.
Abbiamo partecipato infatti a un laboratorio per la produzione del formaggio fresco di capra e del pane di mais che poi abbiamo cotto in forno a legna. Dopo il laboratorio ci siamo accomodati a tavola per provare una zuppa serrana e la famosa chanfana (stufato di capra vecchia).



Dopo pranzo il laboratorio di cucina ha ripreso con una lezione pratica di Filhós Espichada un dolce tipico della zona fritto. Diciamo che la giornata è volata tra tante risate e convivialità a tavola e fuori.


Ecco il risultato della frittura (foto in cima). Ma il programma non finisce qui, il giorno dopo si continua con l’idromele a Aigra Velha.
AIGRA VELHA
Il sabato siamo stati invitati a partecipare a un evento insolito, la produzione dell’idromele con un alambicco tradizionale ad Aigra Velha.
Aigra Velha è un antico villaggio di scisto di Góis, quello che si trova alla quota più alta (770 metri), vicino le cime della Serra da Lousã, ma di facile accesso. È un piccolo agglomerato di poche abitazioni che oggi è popolato da un’unica persona.
L’insieme delle abitazioni è stato organizzato in una disposizione difensiva contro le intemperie, gli intrusi e gli animali selvatici come i lupi, consentendo la comunicazione e la circolazione tra i diversi spazi, pur mantenendo la privacy di ogni famiglia.

Per mantenere le tradizioni locali e far sopravvivere questi luoghi la Lousitânea – Liga de Amigos da Serra da Lousã organizza periodicamente una serie di attività come l’attivazione dell’alambicco per questa grappa di miele così famosa della zona.
Tutto il processo per la produzione dell’ Acquavite di idromele comincia ad agosto quando si raccoglie il miele. Per chi non lo sapesse il miele non può essere distillato se non dopo la sua fermentazione dalla quale si ottiene per l’appunto l’idromele.

Per la produzione deve essere opportunamente diluito per ottenere le condizioni ideali per la fermentazione a opera dei lieviti.
Passati circa 15 giorni, mescolando e misurando costantemente il grado alcolico del miele in fermentazione, si può passare tutto nell’alambicco e accendere il fuoco come ci spiega il signor Alfredo. Gardate il video in basso.
L’ultimo giorno non lo abbiamo dedicato ai villaggi di scisto ma alla Capitale Universale della Chafana (stufato di capra vecchia), Vila Nova de Poiares.
VILA NOVA DE POIARES
Che non me ne vogliano gli animalisti, io non mangio carne ma le tradizioni le voglio conoscere tutte. Secondo voi potevo mai perdere la visita di una cittadina eletta capitale (nientepopodimenoche) universale dello stufato di capra vecchia cotta in pentole di terracotta nera? No, ovvio!
Perché vecchia? Quando le capre invecchiano già non producono latte e, visto che anticamente non si sprecaa nulla, si recuperava la capra per preparazione di questo stufato e per le pelli.
Non avete modo di venire qui e provare lo stufato? Niente paura, ecco la ricetta che potete fare a casa vostra.


COSA VISITARE: la chiesa madre di Santo André; il centro di artigianato dove si possono comprare pentole e oggetti in terracotta nera (noi abbiamo fatto scorta); prima di lasciare la cittadina consiglio di entrare nel comune per farvi mettere il timbrino della N2 sul passaporto. Consiglio anche una foto al magnifico murale disegnato dedicato alla N2 vicino al giardino che ha una simpatica terrazza bar.

La cittadina non ha molto da offrire per i visitatori, è abbastanza moderna ma una visita gastronomica la merita di sicuro.
Se come me, non mangiate carne, potete sempre provare il dolce tipico della città: il Poiarito. Un dolce tipico preparato con zucchero, pane, acqua, miele, uva sultanina, tuorli d’uovo e liquore. Da provare assolutamente.
COSA MANGIARE DURANTE IL VIAGGIO
Oltre ai già citati dolcetti e la chanfana, si consiglia: il Folar / Bolo Doce de Góis, la Bola de carne, oppure in versione marina, la bola de sardinha.
Non dimenticate di comprare il miele locale, una delizia. Tornando ai piatti di pesce, famosa è la Truta à moda do Rio Ceira (foto in basso), un piatto che troverete tutto l’anno. Consiglio di provarlo al Restaurante Casa da Ti Maria nel centro di Góis. Si consiglia di prenotare in anticipo.

Siamo giunti ai saluti e alla fine di questo itinerario che consiglio vivamente di organizzare. È ideale sia per chi vive in Portogallo e sia per chi sta organizzando un viaggio itinerante in auto per l’interno del Paese e fuggire così dalle masse di turisti.
Resta qui l’invito. Ciao, alla prossima!
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