Rodney Smith in B&N

Ho trascorso alcuni minuti a pensare come intitolare il mio post, poi ho capito che non valeva la pena creare un titolo d’effetto perché le fotografie surrealiste di questo fotografo si presentano da sole. “Il bianco e nero è come una struttura architettonica che rispecchia le fondamenta del nostro essere, del nostro sentire. Potremmo paragonarlo alle travi portanti di un edificio. Evoca l’essenza dell’esperienza vissuta. E questo è un aspetto di fondamentale importanza. Ma c’è di più: sul piano emotivo è, a mio parere, molto più intenso del colore. Non ne sono sicuro, ma credo che tragga la sua forza … Continua a leggere Rodney Smith in B&N

Il surrealismo fotografico di Noell S. Oszvald

ENGLISH – PORTUGUÊS – FRANÇAISE – ESPAÑOL – DEUTSCHE Continuano le mie notti insonni e con esse le mie navigazioni virtuali alla ricerca di nuovi stimoli. Mi imbatto in una giovane fotografa (22 anni) ungherese di nome Noell S. Oszvald. Oramai avete già capito che sono un’idolatrice del Surrealismo e quindi potete immaginare le motivazioni che mi hanno spinto a condividere con voi questi scatti di una poetica delicata e minimalista. La fotografa residente a Budapest ha cominciato a fotografare da appena un anno e afferma: “Non voglio dire alle persone cosa vedere nelle mie immagini, per questo motivo non … Continua a leggere Il surrealismo fotografico di Noell S. Oszvald

Richard Avedon dalle autopsie alla moda

Fotografo e ritrattista statunitense cominciò a lavorare come fotografo assegnato alle autopsie e alle foto d’identità. Nel 1944 si unisce al gruppo della rivista di moda Harper’s Bazaar, nel quale resterà per dodici anni cambiando completamente la posture delle modelle, collocandole per strada o in locali notturni. In seguito lavora per le grandi firme. Per saperne di più QUI Continua a leggere Richard Avedon dalle autopsie alla moda

L’occhio documentaristico di Shomei Tomatsu

Shomei Tomatsu è considerato il padre della nuova fotografia giapponese. Celebre per i ritratti dei sopravvissuti del bombardamento atomico di Nagasaki, i suoi reportage hanno raccontato la società giapponese dalla metà degli anni cinquanta, affrontando i tabù della sua cultura. Per ricordarlo riporto qui di seguito i miei scatti preferiti: Sisters, Tsukudajima, Tokyo, 1955. Prostituta, Nagoya, 1958 Artiste di strada, Tokyo, 1961 Chewing Gum and Chocolates, Yokosuka, 1959 “Non è mai la verità che tu fotografi, ma il presente. Il tempo in cui scatti si manifesta attraverso l’immagine, con o senza la consapevolezza del fotografo”. Continua a leggere L’occhio documentaristico di Shomei Tomatsu