Pelle&Pellicola al NEA

Stamattina, anche se avrei dovuto lavorare, mi son concessa una pausa al sole e sono andata al caffè/galleria d’arte NEA per incontrarmi con dei vecchi amici. Dopo aver sorseggiato un ottimo caffè e fatto due chiacchiere, siamo passati in galleria dove c’è un’esposizione interessante chiamata Pelle&Pellicola, un progetto espositivo di 8 artisti napoletani: Aniello Barone, Raffaele Canoro, Peppe Capasso, Giovanni Di Capua, Fabio Donato, Mario Franco, Costabile Guariglia, Guglielmo Longobardo. La mostra è curata da Pasquale Lettieri e allestita da Tonino Di Ronza. Per chi volesse farci un salto, ecco alcune info basilari: Nea – via Costantinopoli 53 – piazza … Continua a leggere Pelle&Pellicola al NEA

Il viaggio

Quel piacere dello spostamento che, in definitiva, consiste solo nel ricordo e mai nel presente. Joris-Karl Huysmans, Controcorrente, 1884 Eccomi di ritorno dopo aver trascorso un intenso fine settimana a Bologna. Il viaggio Ho sempre visto il viaggio in treno come un viaggio nei labirinti della propria anima. La sua lentezza e il suo dondolio concilia i pensieri, ipnotizza la nostra mente e l’anima può vagare. Lo sguardo si perde attraverso lo schermo del mondo: una lastra di vetro che separa il viaggiatore da luoghi lontani. Un lungo corridoio, dove anime erranti s’incrociano, si parlano, si guardano, si scruano in … Continua a leggere Il viaggio

Stasera sul comodino: Martin Buber

Oggi vorre proporvi un libro che lessi anni fa ma che stasera ho voglia di rileggere: “Il cammino dell’uomo” di Martin Buber. Lo avete letto? Hermann Hesse scriveva all’autore: “Tra suoi scritti, Il cammino dell’uomo è indubbiamente quanto di più bello io abbia letto. La ringrazio di cuore per questo dono così prezioso e inesauribile. Lascerò che mi parli ancora molto spesso”. Sull’autore: Martin Mordechai Buber nacque a Vienna nel 1878, filosofo, teologo e pedagogista, fu il precursore in europea del movimento hassidim. Alcune sue citazioni: L’autentico dialogo e quindi ogni reale compimento della relazione interumana significa accettazione dell’alterità. […] … Continua a leggere Stasera sul comodino: Martin Buber

Ricordando Nagisa Ôshima

Ci ha lasciati anche Oshima 大島 渚 e con lui si apre un’altra voragine nel mondo cinematografico internazionale. Per chi non lo conoscesse, Nagisa Oshima era uno dei più audaci e controversi registi giapponesi e esponente dell’”Onda Nuova” degli anni ’60. Filmografia Asu no taiya (1959) Il quartiere dell’amore e della speranza (Ai to kibo no machi) (1959) Racconto crudele della giovinezza (Seishun zankoku monogatari) (1960) Il cimitero del sole (Taiyo no hakaba) (1960) Notte e nebbia del Giappone (Nihon no yoru to kiri) (1960) L’addomesticamento (Shiiku) (1961) Giovinezza sotto il ghiaccio (Kori no naka no seishun) (1962) Amasuka shiro … Continua a leggere Ricordando Nagisa Ôshima

PDF articolo Alias sul mio libro

Per chi non avesse comprato Alias sabato, eccovi l’articolo in PDF sul mio libro “João César Monteiro l’alchimista di parole“. Il libro sarà presentato al cinema Trevi di Roma (Cineteca Nazionale) il giorno 1 febbraio 2013 alle ore 19h. Clicca qui Per info o prenotazioni del libro: redazione@sigismundus.it Continua a leggere PDF articolo Alias sul mio libro

…a te amica mia…

Sono appena rientrata a casa dopo una meravigliosa giornata trascorsa con una grande amica a Salerno. Una persona che stimo molto, un’anima affine. Per ringraziarla voglio dedicarle questa poesia, tanto mia quanto sua. Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi. Alda Merini … Continua a leggere …a te amica mia…

L’occhio documentaristico di Shomei Tomatsu

Shomei Tomatsu è considerato il padre della nuova fotografia giapponese. Celebre per i ritratti dei sopravvissuti del bombardamento atomico di Nagasaki, i suoi reportage hanno raccontato la società giapponese dalla metà degli anni cinquanta, affrontando i tabù della sua cultura. Per ricordarlo riporto qui di seguito i miei scatti preferiti: Sisters, Tsukudajima, Tokyo, 1955. Prostituta, Nagoya, 1958 Artiste di strada, Tokyo, 1961 Chewing Gum and Chocolates, Yokosuka, 1959 “Non è mai la verità che tu fotografi, ma il presente. Il tempo in cui scatti si manifesta attraverso l’immagine, con o senza la consapevolezza del fotografo”. Continua a leggere L’occhio documentaristico di Shomei Tomatsu