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In Portogallo la terracotta nera è patrimonio dell’Unesco

Dopo il Fado e il Canto Alentejano, sin da novembre 2016, il Portogallo può aggiungere un’ulteriore linea alla lista del suo patrimonio culturale protetto dell’Unesco: la terracotta nera di Bisalhães. Una storia di cinque secoli che rischia di scomparire con gli ultimi artigiani locali.

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Ho scoperto questa magnifica arte artigiana durante le mie ricerche preparatorie per il nostro viaggio in macchina alla scoperta della Valle del Douro. Come sapete bene oramai quando viaggio la componente umana è fondamentale e quando scopro di quest’arte secolare, così unica e curiosa, non potevo lasciar fuori Bisalhães dal nostro itinerario, pur facente parte di un’altra regione, Trás-os-Montes.

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IL PROCESSO

Non crediate che sia semplice la produzione di questa curiosa ed unica terracotta. Secondo quanto ci hanno raccontato gli arigiani, la terracotta dove esser frantumata a mano con uno strumento di legno, fino a trasformarsi in polvere.

Questa polvere argillosa viene poi setacciata con un crivo (setaccio con rete a maglia larga) così da rimuovere tutte le impurità. A questo punto si aggiunge l’acqua fino a raggiungere la consistenza desiderata. Pensate che, anticamente, spettava alle donne questo compito

A questo punto la terracotta è pronta per esser lavorata su una ruota di legno. Questa parte del processo abbiamo avuto la fortuna di poterla vedere dal vivo durante la nostra visita alla bottega del pluripremiato Querubim Queirós da Rocha (vedi video in basso).

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Fase della lavorazione più artistica questa quando l’artigiano si serve di un fanadouro (una stecca di legno) per modellare e trasformare quella massa informe in una della magnifiche opere che abbiamo ammirato.

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Resta la cottura, la vera fase che differenzia dalle comuni terracotte. I forni sono buche scavate nella terra, nelle quali sono bruciate ginestre, aghi di pino e carqueja. Inserita la terracotta si copre il tutto con la terra e si ritira dopo alcune ore di cottura a 1000ºC. Meraviglia delle meraviglie esce dal forno nera e ci rimane anche dopo vari lavaggi.

LA NOSTRA VISITA ALLA BOTTEGA

Non è per nulla facile arrivare a Bisalhães e quasi non vogliono aiutarvi ad incontrare gli artigiani di questo minuscolo paesino di poche anime. In realtà tanta reticenza perché adesso è in Vila Real che si produce e ci sono delle casupole di vendita in strada, che a noi davano l’impressione di essere turistiche.

Ovviamente, non ci siamo fatti abbindolare con false frasi che scoraggiavano la nostra visita a Bisalhães ed abbiamo fatto bene. Non è assolutamente vero che è difficile e quasi impossibile trovare gli artigiani a lavoro. Non abbiamo nemmeno messo piede nel paesino ed ecco il primo artigiano che sbuca con un secchio d’acqua che andava verso la sua bottega a lavorare (ed era pure una domenica pomeriggio).

Non abbiamo resistito e dopo una bella chiacchierata con l’artigiano, abbiamo acquistato tre sue opere che ora sono state trattate per esser utilizzate nella nostra cucina. Presto vedrete sul mio profilo Instagram qualche manicaretto preparato nella terracotta del famoso artigiano.

SPERANZE PER IL FUTURO

Anche se ho cominciato quest’articolo con una frase un po’ allarmista, “rischia di scomparire con gli ultimi artigiani “, voglio concludere invece con una notizia che illumina la fine di questo oscuro tunnel.

Il progetto si chiama Bisarro ed è stato studiato da due giovani designer portoghesi: Renato Rio Costa e Daniel Pera. Il progetto prevede la realizzazione di una collezione di 15 oggetti in terracotta tradizionale nera ma dal design moderno ed adattato ai mercati internazionali.

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Foto: bisarro.pt

Con questa promettente notizia vi lascio con la speranza che andiate alla ricerca delle botteghe di terracotta nera. Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo aiutare a mantenere viva questa secolare tradizione.

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8 pensieri su “In Portogallo la terracotta nera è patrimonio dell’Unesco

  1. Ammirevole il progetto! Devo dire che la terracotta nera ha un grandissimo fascino è proprio bella, come assai affascinante è anche il processo di realizzazione (il bastone che deve frantumare ecc). Le realizzazioni che ho visto sono di grande pregio hai fatto bene ad acquistarle per la tua cucina e a parlarcene qui 😉 Speriamo davvero che si scongiuri il “rischio estinzione”.
    A presto Lilly! 🙂

  2. Non avevo idea che fosse patrimonio Unesco! Il processo di produzione è davvero particolare e il risultato farebbe aprire il portafoglio a chiunque 😅
    Grazie per averci fatto conoscere il progetto!
    Erica

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