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Tre vini strani in Portogallo: dei morti, sott’acqua e in terracotta

In questi ultimi anni ho dedicato molti fine settimana ai viaggi in Portogallo, come avrete sicuramente letto qui. Uno dei fili conduttori dei nostri viaggi su territorio è il vino. Ne abbiamo provati diversi, di diverse regioni vinicole ma ce ne sono alcuni che per noi sono abbastanza bizzarri. Volete sapere quali sono?

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il vino dei morti

Dal nome inquietante ma dal sapore interessante è un vino che abbiamo scoperto da poco. Non sono enologa e nemmeno un’esperta ma questo articolo non vuole essere per specialisti ma solo per curiosi come me.

La storia di questo vino rimonta al 1808, anno in cui i francesi invasero il Portogallo e, di conseguenza, lo saccheggiarono. Fu così che i portoghesi decisero di sotterrare le bottiglie di vino, in modo tale da nasconderle all’esercito francese.

Quando poi tornarono a dissotterrare, pensando fosse andato a male, ecco la sorpresa: il vino aveva acquistato nuove proprietà, interessanti come un gas naturale creato a causa della fermentazione al buio con temperatura costante e 10-11 di gradazione alcolica.

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Fu così che nacque la tradizione di sotterrare le bottiglie di vino e chiamarle “dos mortos”.

Oggi, in Portogallo, sono pochi i produttori che continuano questo processo produttivo. Uno di questi pochi casi sono le vigne di Vila de Boticas e da Granjas.

Grazie alla Capolib – Cooperativa Agrícola de Boticas (Alto Trás-os-Montes) è nato un progetto per recuperare e preservare questa produzione così atipica. La microregione include: Boticas, Granja, parti del Pinho, Bessa, Quintas, Valdegas e Sapelas.

IL MUSEO

Il comune di Boticas ha anche aperto un piccolo museo, proprio al lato della vigna, dedicato al vino dei morti, il “Repositório Histórico do Vinho dos Mortos”. Al suo interno potrete ammirare l’intero processo produttivo. Noi non l’abbiamo ancora visitato ma è stato inserito nella lista delle cose da fare.

il vino sott’acqua

Dal nord (Trás-os-Montes) del Paese passiamo al sud (Alentejo). Dopo i vini interrati ora si passa ai vini sommersi. Anche in questo caso è stata una scoperta fortuita.

La tecnica di sommergere le bottiglie è molto antica, risale all’epoca delle scoperte. durante la quale i vini erano trasportati in barche e navi che spesso, a causa di nubifragi, affondavano. Per fortuite navigazioni, tali imbarcazioni venivano ritrovate insieme alle preziose bottiglie. Fu così che si trovarono e provarono i primi “vini sommersi” e le loro proprietà guadagnate proprio grazie a questa stagionatura insolita.

Oggi in Portogallo esistono due tipologie di immersione: in ACQUA DOLCE, nel lago Alqueva, ricordate quando vi ho raccontato della nostra esperienza di guidare una barca senza patente nel lago? Ecco, proprio in quello stesso lago esiste una vera cantina sommersa, quella di Ervideira.

La cantina Ervideira sommerge circa 30 mila bottiglie alla volta per ottenere il suo famoso Vinho da Água. Pioniere in Portogallo, i suoi vini provengono da una vigna di oltre 160 ettari.

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Foto: Nuno Veiga/LUSA

Una seconda tipologia di immersione è in ACQUA DI MARE. Il Vinho do Mar, così denominato, resta a 17 metri di profondità nella Baía de Sines (Alentejo) grazie al progetto di un gruppo di produttori: Companhia Agrícola da Barrosinha, A Serenada, Herdade do Portocarro e Pêgo da Moura. Il vino resta durante 6 mesi sommerso sul fondale marino.

Questo processo ripetuto in Portogallo è un seguito del successo spagnolo del 2015 presso il porto di Poris de Abona, isola Tenerife. Luogo in cui a 18 metri di profondità è stata creata una vera e propria cantina sottomarina.

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© a-gosto.com/Global Imagens

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il vino in giare di terracotta

Ve ne avevo già parlato qui dei famosi vini conservati nelle enormi giare di terracotta nella regione sud del Paese, l’Alentejo. Un metodo di conservazione che risale gli antichi romani prima dell’utilizzo dei barili di legno provenienti dalla tradizione germaniche per la conservazione della birra.

Un vino molto particolare dai sapori millenari. Le preziose vigne autoctone si trovano ad Amareleja (Alentejo), una località nei pressi di Beja. Da queste centenarie vigne si estrae il vino che viene conservato e fatto maturare in giare di terracotta alcune delle quali con una capacità di 300 litri.

Voi forse vi starete chiedendo come sia possibile conservare il vino in un materiale così poroso ed assorbente. Bene, l’interno di terracotta delle giare è rivestito di cera d’api oppure una resina di pino o affini. Questo rivestimento è collocato periodicamente prima di versare al suo interno il nuovo vino. Per saperne di più, cliccare qui.

Il vino di taglia portoghese è così particolare che sta concorrendo all’Unesco come patrimonio culturale ed immateriale dell’umanità.

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La mia lista per ora si conclude qui con la speranza di trovare nuovi e curiosi vini da provare e da farvi scoprire.

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4 pensieri su “Tre vini strani in Portogallo: dei morti, sott’acqua e in terracotta

  1. Un articolo che cade ad hoc per Halloween! Immagino che la bontà di questo vino sia capace di resuscitarli i morti, altro che vino dos mortos! 😉 Ricordavo il tuo articolo sulla tecnica di conservare il vino sott’acqua e continua ad incuriosirmi! E quelle bottiglie dall’aspetto così “antico” una volta tirate fuori dall’acqua sono fighissime, da collezionare!
    Ti abbraccio e buon Halloween!

    1. Non ci avevo mica pensato hahahaha 🙂 Non ho ancora provato il vino conservato in mare ma non me lo farò sfuggire domani se lo trovo alla fiera dei vini. 😉 Vi aggiornerò su facebook. Bacini e buon Novembre <3

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