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Portogallo, fine settimana tra Vila Nova de Milfontes, Porto Covo, Sines e Grândola

Si ritorna in Costa Vicentina per un fine settimana all’insegna del relax, vista oceano e ottimo cibo. Questo fine settimana l’abbiamo trascorso a Vila Nova de Milfontes una località balneare molto conosciuta in Portogallo. Volete sapere com’è andata la nostra gita invernale di 3 giorni?

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Non è la nostra prima volta in Costa Vicentina, dopo avervi parlato di Aljezur, Cabo Sardão, Odeceixe e Odemira, oggi voglio portarvi virtualmente con me in viaggio verso Vila Nova de Milfontes, nostra base per questo fine settimana.

Le quattro tappe scelte, per questo breve viaggio per la Costa Vicentina, sono incluse nella Rota Vicentina, una famosa rotta storica (Caminho Histórico da Rota Vicentina) che nel febbraio del 2016 ha ottenuto la certificazione europea di Leading Quality Trails – Best of Europe dall’ERA – European Ramblers Association, includendola tra i migliori cammini a piedi d’Europa.

Per maggiori informazioni sulla rotta cliccare qui, oppure sull’immagine in basso.

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Arriviamo in un freddo venerdì pomeriggio. Abbiamo pernottato in un centralissimo appartamento, ben localizzato che ci ha permesso di approfittare dei negozi locali per rifornirci e simpatici ristoranti per pranzare e cenare.

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[Se volete prenotare potete optare per i miei sconti su Airbnb (30€prima prenotazione oppure 10% su Booking].

Preso possesso dell’appartamento ed accese le stufe, andiamo a cenare in un ottimo ristorante a due passi dalla nostra dimora.

Vila Nova de Milfontes la scopriamo veramente l’indomani, una bellissima e soleggiata mattinata. La pittoresca cittadina fu fondata appena nel 1486 per volontà del re D. João II.

Inserita tra la foce del fiume Mira e l’oceano Atlantico è una vera e propria cartolina in movimento di questa costa portoghese, rinomata per le sue spiagge e dune dorate.

Ideale anche per scappatelle invernali, come la nostra, visto che è inserita nel Parco Naturale del Sudest Alentejano e la Costa Vicentina.

La sua storia è abbastanza movimentata e non proprio rosea in quanto fu saccheggiata per secoli da pirati. La popolazione venne dimezzata e le abitazioni distrutte. Non si riusciva in nessun modo a contenere gli attacchi fino a che si decide di costruire il forte di São Clemente (il castello di Milfontes), tra il 1599 e il 1602 sotto il regno del re D. Filipe I.

Si pensi che quando questa zona fu conquistata dai Cristiani il litorale alentejano era quasi deserto e disorganizzato. Il re dell’epoca D. Afonso III per ringraziare l’Ordem de Santiago dell’aiuto concesso per la conquista del territorio ai Mori, fa delle cospicue donazioni di terreni.

Bisognerà però attendere, come vi anticipavo, il 1486 e il re D. João II per la fondazione di una nuova città nel luogo nominato Milfontes, da qui il nome Vila “Nova” (città nuova) de Milfontes.

Come potete immaginare, Vila Nova de Milfontes era appena un piccolo villaggio di pescatori ma oggi è rinomata sopratutto per esser stata il punto di partenza della prima traversata aerea tra il Portogallo e Macau.

Quando? Il 7 aprile del 1924, data in cui Brito Paes e Sarmento Beires decollano da Campo dos Coitos. Oggi un aereo/monumento ne ricorda l’evento nella Praça da Barbacã, al lato dell’entrata del castello.

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COSA VISITARE

Sicuramente il monumento che ricorda la traversata aerea, il monumento degli aviatori, che attesta l’epica traversata aerea in appena due mesi di Brito de Pais, Sarmento Beires e Manuel Gouveia.

Al lato del monumento potrete ammirare l’antico castello, il Forte di São Clemente (Santo protettore delle navigazioni), costruito tra il 1509 e il 1602 dall’architetto italiano Alessandro Massai, responsabile anche della costruzione del forte sull’Ilha do Pessegueiro e quello di Sines.

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Il castello, purtroppo, dopo il suo declino passa in mano ai privati e non è visitabile. Consiglio però di passeggiare per la pedana in legno costruita che circonda il castello e vi porterà fino alla spiaggia.

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Sicuramente il punto forte della cittadina sono le sue spiagge e la più famosa è la Praia do Farol. Quando la marea si abbassa si formano piccole piscine naturali di acqua cristallina, ideale per i bambini.

Consiglio anche una capatina al porticciolo chiamato anticamente Porto das Barcas. Anche se non è più pittoresco come un tempo, offre ancora una bella vista sulla zona sopratutto al tramonto.

Uno dei luoghi più romantici, secondo me, però è il Faro con il suo belvedere sulla città, sul fiume e l’oceano.

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Se, come noi, restate più di un giorno a Vila Nova de Milfontes d’obbligo è fare un salto anche solo di un pomeriggio a Porto Covo dove ho visto il tramonto più bello della mia vita dopo quello nel deserto marocchino.

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Per me il più bel paesino della Costa Vicentina. Un salto anche se breve ve lo consiglio sicuramente. Se non credete a me forse crederete al The Huffington Post (edizione francese) che nel luglio del 2015 ne tesse le lodi indicando le sue spiagge come una delle più belle del mondo. Mica poco, non trovate?

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Appena arrivati, lasciamo l’auto nel parcheggio gratuito e ci incamminiamo tra le stradine del centro. Arriviamo al famoso Largo Marquês de Pombal un vero gioiellino architettonico.

La pianta della piazza datata 1789-1794 pare sia ispirata al modello pombalino della Baixa di Lisbona. Nel largo consiglierei una capatina anche se veloce nella chiesa Nossa Senhora da Soledade.

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Essendo inverno non abbiamo potuto approfittare delle sue spiagge e nemmeno raggiungere l’isolotto, le correnti erano troppo forti, ma segnatevi nell’itinerario di viaggio l’Ilha do Pessegueiro.

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Una delle spiagge più famose è sicuramente la Praia Grande conosciuta e resa celebre dalla canzone di Rui Veloso, “Porto Covo”. Anche se fu Veloso a farla conoscere ai portoghesi, fu grazie al Marchese di Pombal se oggi possiamo innamorarci di questa bianca cittadina.

Dopo il terribile terremoto del 1755, che distrusse gran parte della costa portoghese e quasi interamente Lisbona, Porto Covo è stata per volere del noto marchese ricostruita ed è ancora oggi ricercata per le sue pittoresche casette bianche, le sue spiagge e la cordialità dei suoi abitanti.

DOVE MANGIARE: Vi consiglio di fermarvi a pranzo da Pérola De Porto Covo. Mangiato benissimo (febbraio 2020).

COSA VISITARE

Lo so vi aspettate subito una lista di luoghi imperdibili ma per me la cosa imperdibile di Porto Covo è il tramonto. Una palla infuocata che si immerge nelle acque dell’oceano Atlantico. Uno dei tramonti più belli visti della mia vita dopo quello nel deserto di Merzouga. Cosa ne dite?

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Se visiterete Porto Covo in primavera o estate, e non come noi in inverno, potrete sicuramente fare un salto sull’isola. A circa 250 metri a largo di Porto Covo emerge dalle acque un isolotto, l’Ilha do Pessegueiro, che ha ispirato cantaurori e poeti.

Un’isola veramente piccola se si pensa che misura appena 340 metri di lunghezza e 235 metri di larghezza. Un’isola fatta di dune e scisto e arenite sicuramente formatosi durante l’ultima era glaciale quando il mare scese di 120 metri rispetto al livello attuale.

Sull’isola potrete ammirare i resti del forte voluto dal re Filipe I del Portogallo (che sarebbe Filipe II di Spagna) che aveva anche l’ambizione di voler far costruire un grandioso porto marittimo, progetto mai realizzato.

Sull’isola, oltre ai resti del forte, potrete ammirare i vari ritrovamenti archeologici dell’occupazione cartaginese del III secolo a.C. e dell’occupazione romana (epoca durante la quale l’isola fu un importante centro per la preparazione del pesce, per questo le grandi vasche ritrovate), si pensa che proprio dai romani derivi il suo nome “Pesseguiero” termine derivante dal latino “piscatorius” o “piscarium”. Le pesche quindi non c’entrano nulla.

Sull’isola sono stati trovati anche fossili di elefanti (antichi) datati con più di 30 mila anni. Inoltre, si narra che fu per molti anni rifugio di pirati. Oggi, i pirati non li troverete, ma potrete visitare le rovine del forte costruito nel XVII secolo, un forte gemello a quello di Porto Covo che aveva il compito di difendere la costa.

“Havia um pessegueiro na ilha
Plantado por um Vizir de Odemira
Que dizem que por amor se matou novo
Aqui, no lugar de Porto Côvo”. Rui Veloso

Per chi non avesse o non volesse prendere l’auto potrà viaggiare da Lisbona verso Porto Covo, Vila Nova de Milfontes e Zambujeira do Mar con gli autobus giornalieri della compagnia Rede Expresso.

Supponiamo che abbiate ancora una giornata a vostra disposizione, direi che allora vi conviene fare un salto anche a Sines terra natale di Vasco da Gama. Non lo sapevate?

SINES

A metà strada della Costa Alentejana la terra si proietta verso il mare ed un massiccio roccioso emerge dalle acque e protegge dal vento una piccola baia, Sines. Il suo nome significa proprio “baia”, “curva”, un “luogo intimo”.

Famosa sopratutto per il festival di musica del mondo che si organizza ogni estate ( Festival Músicas do Mundo) non tutti sanno però che Sines ha dato i natali al (forse) più famoso navigatore portoghese, Vasco da Gama.

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COSA VISITARE

Il centro città conserva ancora la sua struttura medievale. Se dovessi stilare su due piedi una lista di luoghi imperdibili, inserirei sicuramente: il castello, la chiesa principale, le saline romane (nei pressi del castello) e il porto di pesca.

Se amate l’arte sacra, inoltre, vi informo che nei pressi della baia di Sines, più precisamente nel porto marittimo, potrete ammirare il tesoro della chiesa di Nossa Senhora das Salas (protrettrice dei pescatori) ricca di pannelli di azulejos del 1780 che raffigurano scene di vita della Vergine. Costruita dopo il ritorno dalla Indie come ringraziamento per il successo della spedizione fu edificata su un precedente e piccolo eremo fatto costruire dalla principessa greca D. Vataça Lascaris, alla quale Vasco da Gama era molto devoto. Il 15 agosto si organizza una processione marina in suo onore.

Al suo interno troverete serie di ex-voto ed offerte donate in nome di naufraghi e per prevenire incidenti in mare. Molto suggestivo. [Imperdibile il 14-15 agosto la processione in mare della statua della Santa.]

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Foto: sines.pt

La lista ovviamente non finisce qui. Continuerei con il Museu de Sines inserito nell’antico castello restaurato, la cui torre (Torre de Menagem) è la casa natale di Vasco da Gama integrata nel museo.

In realtà troverete in Rua Vasco da Gama una casa con un’insegna che afferma esser il luogo di nascita del faoso navigatore (non è visitabile) pare, in realtà, che sia stata edificata sulle rovine di un palazzo fatto ereggere da lui dopo esser tornato dalle Indie ma che cadde in rovina e fu demolito.

Un museo che vi sorprenderà per alcune sale multimediali dedicate alla biografia del famoso navigatore portoghese. L’emozione non è da poco durante la visita se si pensa che sono gli stessi corriodi e sale dove lui visse.

Non perdete il video di sette minuti che vi attende nell’ultima sala che simula una giornata della famiglia Gama nel XVI secolo. Poi non dite che non vi ho avvisato. Il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10-13 e dalle 14:30-18. Entrata gratuita.

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Sines potrà essersi imbruttita a causa della centrale elettrica sul suo lungomare ma di arte la sa lunga. Altro luogo imperdibile per i cultori dell’arte è il Centro de Artes de Sines. Lo spazio ospita un’impressionante biblioteca, un centro di esposizioni ed un auditorio. Il progetto è firmato dagli artisti Pedro Valdez Cardoso e Carlos No e si ispira al mare, alle scoperte, ai viaggi e alla storia del Portogallo.

Non è un vero e proprio luogo da visitare ma le vostre papille gustative apprezzeranno. Non perdete i vasquinhos nella Pastelaria Vela d’Ouro. Sono dolci tipici di Sines preparati con mandorle e uova naturalmente, come quasi tutti i dolci del Portogallo. Furono creati in omaggio al navigatore Vasco da Gama agli inizi degli anni 60 per opera dei fratelli Manuel e Fernando Figueiredo.

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Nel caso non lo abbiate già fatto, dopo aver fatto il pieno di calorie direi di smaltirle e salire in alto sulla collina che domina la città, per ammirare la fortezza medievale, castello di Sines, costruita nella prima metà del XV secolo. Secondo gli archeologi questa collina era occupata sin dal Paleolitico ed oggi è uno dei migliori “miradouro” (belvedere) sulla baia.

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Sapevate che fu proprio il padre di Vasco da Gama, Estêvão da Gama, a lavorare in questa monumentale opera di costruzione? Ecco svelato il mistero del perché la casa del navigatore è inserita nella torre del castello.

Nella mia lista iniziale vi avevo consigliato la visita della chiesa di Sines, la chiesa di São Salvador. Si narra che fu qui che Vasco da Gama quando aveva 11 o 12 anni è stato inserito come membro dell’Ordine de Santiago.

Salutiamo Sines e risalendo verso Lisbona decidiamo di fare ancora una sosta, l’ultima di questo nostro fine settimana. Ci allontaniamo dalla costa per visitare Grândola, si esattamente la “Vila Morena” della canzone rivoluzionaria di Zeca Alfonso.

GrÂndola

Grândola, vila morena
Terra da fraternidade
O povo é quem mais ordena
Dentro de ti, ó cidade!

Sicuramente avrete già sentito questa canzone, la canzone che diede avvio alla Rivoluzione dei Garofani, quella del 25 aprile del 1974. Non la conoscete? Eccovi serviti allora.

Ammetto che non abbiamo avuto molto tempo per visitarla visto che è stata una tappa di pausa viaggio prima del rientro a Lisbona. Posso però consigliarvi, per cominciare, un’ottima trattoria (Tasquinha Zé de Moura che cucina solo carne ma per i non carnivori, come me, prepara un’omlette indimenticabile),

Dalla localizzazione privilegiata, nei pressi di Alcácer do Sal, Ferreira do Alentejo, Santiago do Cacém, l’oceano Atlântico e l’estuario do Sado con Setúbal, Grândola è una cittadina portoghese la cui presenza umana rimonta al mesolitico (età della pietra di mezzo. È il periodo intermedio dell’età della pietra [10.000 all’8000 a.C]).

Sono circa 40 i siti archeologici nella zona e quasi tutti sono datati dal Neolitico fino al periodo romano. Per maggiori informazioni, cliccare qui.

Due dei periodi storici che ridefinirono profondamente l’assetto della città furono sicuramente, nella seconda metà del XIX secolo: l’attività dell’industria miniera e l’estrazione del sughero. Per non parlare poi degli anni sessanta, quando Grândola era conosciuta per la sua cooperativa operaia, la “Sociedade Musical Fraternidade Operária Grandolense” che osteggiava il regime di Salazar.

La cittadina ricorda in molte delle sue pittoresche stradine la forza della musica rivoluzionaria. L’omaggio più evidente a Zeca Alfonso è sicuramente la facciata del cineteatro, centro inaugurato nel 1935.

Noi abbiamo avuto appena il tempo di fare un giro rapido nel centro della cittadina ma ci siamo ripromessi di dedicarle un intero fine settimana per scoprire anche la lagoa de Melides, la Necrópole das Casas Velhas, il Museu Mineiro do Lousal e molto altro ancora. Restate sintonizzati per le novità.

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Se doveste visitarla in estate vi consiglio di non perdere le sue spiagge, sapevate che Grândola ha ben 45 chilometri di spiagge dalla sabbia chiara che partono da Troia e arrivano fino a Melides? Vi consiglio: Aberta Nova, Galé, Pego, Carvalhal, Comporta, Praia Atlântica (Soltroia), Melides, Tróia-Galé, Tróia – Bico das Lulas e Tróia Mar.

Siamo giunti al momento dei saluti. Spero che questi miei consigli per un fine settimana in Portogallo vi possano essere utili. Presto condividerò con voi nuove mete di questo splendido e poco conosciuto Paese. A presto.

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2 pensieri su “Portogallo, fine settimana tra Vila Nova de Milfontes, Porto Covo, Sines e Grândola

  1. No ma Porto Covo è fantastico! Per non parlare di quella passerella di legno che conduce alla spiaggia con il peschereccio colorato! Sembra che tu sia finita in un film. Sai che non lo sapevo che il Portogallo fosse terra sismica? Il tuo video della vista sull’Atlantico ventoso (quello titolato Contemplando l’oceano) dovresti trasformarlo in gif oppure in screensaver per il PC, è troppo bello! 😉 Buonanotte!

    1. Sono una privilegiata e ne sono grata, invece dello screensaver mi bastano 30 minuti di treno e posso vedere l’oceano dal vivo. 😉 Spero di vederlo un giorno con te. Buona giornata :*

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